Il figlio mai nato, il conto in banca, i sacchi neri: tutta la storia del giallo di Lilly

Gli inquirenti sono ancora al lavoro sul mistero della morte di Liliana Resinovich: che cosa non torna

Il figlio mai nato, il conto in banca, i sacchi neri: tutta la storia del giallo di Lilly

Trieste è una città meravigliosa. Fa venire in mente una parte importante della storia d’Italia, le parole di James Joyce e Italo Svevo, incredibili albe sul mare. Ma quando si parla di cronaca c’è un nome che viene in mente: quello di Liliana Resinovich. Il suo giallo, sul quale gli inquirenti sono al lavoro, divide moltissimo l’opinione pubblica e non tutti sono certi che si giungerà a una soluzione, anche se tantissimi ci sperano. Ma per capire meglio bisogna ripercorrere la storia dall’inizio.

Chi era Liliana Resinovich

È il 14 dicembre 2021, un martedì. Liliana Resinovich è una 62enne pensionata della Regione Friuli Venezia Giulia. Ha tante passioni (in particolare sport all’aria aperta), molti amici, diversi famigliari tra cui una nipote, Veronica Resinovich, con la quale condivide un legame speciale.

È anche una donna estremamente dolce e riservata. È sposata con Sebastiano Visintin, con il quale ha avuto una relazione durata complessivamente trenta anni circa. Ma nel suo presente pare ci sia un amico speciale: a dirlo è lui stesso. Si tratta di Claudio Sterpin, antico amore di gioventù di Lilly, di recente rimasto vedovo per la seconda volta. I due si sono incontrati al cimitero, lei per trovare la madre, lui per trovare le mogli. Ha qualche difficoltà in casa Sterpin, così Resinovich si offre di stare con lui ogni martedì e stirargli le camicie. Ma, sempre stando al racconto che Sterpin fornisce, pian piano tra i due si sarebbe riacceso il sentimento, tanto da essere in procinto di fare una gita fuori porta a Umago e poi restare a vivere insieme.

Ma quel 14 dicembre Resinovich scompare. Le prime ore sono abbastanza concitate: Sterpin riceve la sua chiamata per avvisarlo che avrebbe fatto tardi per passare da un negozio di telefonia in cui però non giungerà mai. A una certa ora lui inizia a cercarla, fino che, nel primo pomeriggio, decide di rivolgersi a un vicino di casa di lei. Il vicino si chiama Salvatore Nasti, anche lui è pensionato e per tutta la vita è stato un carabiniere: conosce Sterpin perché entrambi fanno parte di un’associazione che promuove la maratona. Con lui c’è la compagna Gabriella Micheli: anche lei è una persona di legge, essendo stata a propria volta impiegata della questura. I due vicini si preoccupano a propria volta e chiedono lumi a Visintin con una scusa, scoprendo che i telefoni della donna sono ancora in casa. Dopo di che lo convincono a sporgere denuncia.

Tutto inizia quindi come un allontanamento volontario e nei giorni successivi tutta Italia inizia a cercare Resinovich: la nipote Veronica contatta infatti “Chi l’ha visto?” e viene coinvolta l’associazione Penelope. Ma purtroppo la donna viene ritrovata morta tre settimane più tardi nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico giuliano. Ha la testa avvolta in due sacchetti bianchi della spesa, tenuti insieme con un cordino lasso, il corpo, in posizione fetale, ricoperto malamente con sacchi neri per la spazzatura.

Il video choc dei ritrovamento ha fatto il giro di tutte le tv: un gruppo di inquirenti senza protezioni per i capelli cerca di capire se si tratti effettivamente di lei, riconoscendola dal ciuffo biondo e da un orologio rosa sportivo. Il cordino viene tagliato. Qualcuno pronuncia la parola “sepa” (botte in dialetto triestino), eppure tutti sembrano orientati a dire che si tratti di un suicidio. E partono le indagini orientate al sequestro di persona. Diverse persone vicine alla donna vengono intanto intercettate, facendo emergere anche dettagli che poco hanno a che fare con l'indagine: per esempio, in un'intercettazione ambientale Visintin racconta di quando, in passato, avrebbe accompagnato Lilly a praticare un'interruzione volontaria di gravidanza, ipotizzando che il figlio fosse di Sterpin, ma in realtà quest'ultimo non frequentava la donna all'epoca.

I comprimari del caso

Oltre alle persone già citate, ce ne sono diverse altre che hanno fornito testimonianze o sono state attenzionate dagli inquirenti. Tra le persone attenzionate soprattutto dopo che l’indagine è diventata per omicidio, oltre a Visintin e Sterpin, ci sono il figlio di Sebastiano, Piergiorgio Visintin, e un amico di Resinovich, Fulvio Covalero. A tutti è stato preso il Dna, per confrontarlo con del materiale biologico maschile trovato sulla scena del crimine, ma tutti sono stati esclusi.

Un comprimario notevole della vicenda è senza dubbio Sergio Resinovich, fratello di Liliana. Lui e un’altra parente, Silvia Radin, si sono battuti strenuamente in questi anni affinché le indagini prendessero una svolta. Sergio non sarebbe stato al corrente della relazione tra la sorella e Sterpin (ma ha creduto subito al maratoneta), tuttavia ha raccontato che Lilly gli avrebbe detto di aver nascosto in casa, dietro un quadro, un foglio con le password della banca, nel caso le fosse accaduto qualcosa. Radin, da parte sua, ha raccontato che pochi giorni prima del ritrovamento, Visintin avrebbe fatto un commento sul fatto di dover attendere 10 anni per la morte presunta.

Ci sono poi gli amici della Carnia, facenti parte di due diversi nuclei famigliari. Da un lato Pino e Laura, che hanno raccontato di come Visintin avrebbe chiesto loro di tenere da parte alcune migliaia di euro (anche Micheli e Nasti hanno parlato di una presunta circostanza analoga) e degli archivi informatici. Poi c’è Arturo, amico di Visintin mai sentito al momento dagli inquirenti: Visintin lo avrebbe contattato poco prima del Capodanno 2022, per sfogarsi dopo che il figlio Piergiorgio avrebbe avuto bisogno di tirare fuori la sua auto da un fosso fuori Trieste. A Micheli e Nasti Visintin avrebbe chiesto in quell’occasione un cavo per il rimorchio.

Infine c’è Jasmina Zivkovic, un’albergatrice amica della coppia. La donna, recentemente ascoltata dagli inquirenti, ha raccontato di quanto Visintin e Resinovich non sarebbero andati d’accordo, tanto che Lilly le avrebbe chiesto camere separate quando si recavano nella sua struttura. Avrebbe riportato anche di presunte minacce ricevute dal vedovo.

Un’indagine, un indagato, due autopsie

La prima autopsia sul corpo di Liliana Resinovich è stata effettuata pochi giorni dopo il ritrovamento. Il referto compilato dal medico legale Fulvio Costantinides riportava che la donna era morta per asfissia, ma non chiariva la data della morte - forse risalente a non più di 72 ore prima del ritrovamento - e stabiliva che si sarebbe trattato di un suicidio. Così dopo un po’ di tempo è stata chiesta l’archiviazione.

All’archiviazione si sono opposti però Visintin, Sergio e Veronica Resinovich, per cui le indagini sono state riaperte, stavolta per omicidio. Il corpo di Lilly è stato riesumato e una nuova consulenza è stata affidata a un team guidato dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo, che ha identificato l’epoca della morte nel giorno della scomparsa. Cattaneo ha confermato l’asfissia, ma ha anche scritto di presunto omicidio: era nell’aria, d’altra parte il volto di Liliana Resinovich presentava diverse lesioni, troppe, che la prima autopsia aveva ascritto a una caduta accidentale. Per Cattaneo inoltre il corpo è stato trasportato nel boschetto entro 6 ore dalla morte.

Ad aprile 2025 è giunta la prima iscrizione nel registro degli indagati: la pm Ilaria Iozzi ipotizza che a uccidere sia stato Sebastiano Visintin, che avrebbe aggredito la moglie “con afferramenti, compressioni, percosse, urti e graffi, tutti indirizzati in diverse sedi del capo, alla mano destra, al torace ed agli arti”, cagionandone “la morte avvenuta mediante soffocazione esterna diretta (asfissia meccanica esterna), quale conseguenza di afferramento e compressione del volto della vittima”. Visintin ha sempre negato ogni accusa.

Il movente che ancora non c’è

Non si conosce quale sia il movente attribuito a Visintin né a eventuali ignoti che potrebbero essere indagati in futuro. Quello di Liliana Resinovich sembra non essere un femminicidio in senso stretto, d’altra parte il vedovo ha sempre negato di essere a conoscenza dell’amicizia tra la moglie e Sterpin. Qualcuno, all’interno dell’opinione pubblica, parla di movente economico: in effetti sul conto della donna c’era un tesoretto ammontante a circa 50mila euro, derivanti dalla sua buonuscita quando era andata in pensione. Conoscere il movente potrebbe però essere importante per gli inquirenti, al fine di sciogliere il giallo.

Che cosa non torna

Ci sono ancora diversi aspetti del caso che gli inquirenti dovranno scandagliare. In primis: l’alibi di Visintin. Il vedovo ha infatti raccontato i suoi movimenti della mattina dalla scomparsa: avrebbe salutato la moglie dalla finestra e sarebbe andato a fare il giro di ristoranti e locali per consegnare i coltelli che arrotava per arrotondare, e poi sarebbe tornato in laboratorio per arrotarne altri. Gli investigatori hanno sequestrato centinaia di lame intanto. Per alcune ore il suo smartphone non avrebbe dato segni di vita e poi l’uomo sarebbe andato a fare un giro per provare la nuova GoPro: i filmati della action camera saranno analizzati per controllare se confermano l’alibi almeno per quelle ore di riferimento.

I famigliari della donna inoltre non sono d’accordo con un dettaglio emerso dalla consulenza Cattaneo. Se Liliana Resinovich fosse stata tre settimane nel boschetto, gli animali selvatici non l’avrebbero attaccata? Questo è sicuramente un altro nodo importante da sciogliere.

C’è infine il dubbio dei dubbi: la donna è davvero uscita di casa quel giorno? Il suo iPhone, uno dei due smartphone che la donna possedeva, ha contato solo 11 passi quel giorno, ma d’altra parte i device sono stati ritrovati in casa.

È stato stabilito dalla procura che la donna sia stata inquadrata dalle telecamere di sorveglianza in via San Cilino, in via Damiano Chiesa e in piazzale Gioberti: tuttavia non c’è certezza che si tratti di lei, per via di una serie di variabili che rendono di fatto impossibile un’identificazione su base scientifica.

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