Cronaca nera

La luce accesa e la chiave perduta: "Vi racconto gli ultimi giorni di Liliana"

Il giorno della scomparsa di Liliana Resinovich, il corridoio della sua casa è rimasto acceso: un fatto insolito, soprattutto se collegato alla sparizione delle chiavi della donna

Screen Quarto Grado
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Qual è la chiave per risolvere il giallo di Liliana Resinovich? A parte la chiave metaforica delle indagini, c’è una chiave reale che era stata persa nei giorni precedenti alla scomparsa della donna: un mazzo di chiavi originali per poter entrare in casa, tenuti insieme da un portachiavi a forma di L, iniziale di Lilly appunto. Resinovich scomparve il 14 dicembre 2021, venendo ritrovata cadavere tre settimane più tardi nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste. Dopo le prime indagini, in cui si è ritenuto che la donna si sia suicidata, forse stretta nella morsa di prendere una decisione se restare con il marito o avviare una relazione alla luce del sole con il sedicente amante, ora si indaga ancora e a 360 gradi, per capire come la donna sia morta e se sia accaduto per mano di qualcuno.

Intanto a Quarto Grado il marito Sebastiano Visintin racconta un dettaglio del giorno della scomparsa, dettaglio che ha notato rientrando in casa: “Mi ricordo che avevo trovato la luce accesa in corridoio”. Nel corridoio della casa ci sono materiali per la pulizia e uno specchio. “Per me è solo una dimenticanza. Certo, a distanza di mesi, ho pensato parecchie volte: come mai questa luce è rimasta accesa? - ha aggiunto l’uomo, ospite in studio - Può essere che qualcuno sia venuto con le chiavi e abbia lasciato le luci accese”. Sicuramente un fatto insolito però, per una donna metodica e attenta agli sprechi energetici.

In una precedente intervista, Visintin aveva ritenuto che Resinovich fosse “terrorizzata” dal sedicente amante: “Mi ricordo gli ultimi giorni che eravamo in giro, non riuscivo a capire cosa Liliana… non la vedevo… non era lei. Ho pensato che stesse male, che avesse un brutto male, perché era proprio distrutta”. Questa dichiarazione però potrebbe avvalorare la prima ipotesi della procura, quella di una donna scissa dal desiderio di non ferire nessuno.

Alle dichiarazioni del vedovo ha risposto il presunto amante Claudio Sterpin: “Sto tizio dice che io l’ho terrorizzata. E tu sei tanto idiota, tu Lilly da chiamare l’idiota, che dopo ti deve terrorizzare?”. Sterpin ha aggiunto che Resinovich l’avrebbe chiamato più spesso di quanto non abbia fatto lui, che invece avrebbe preferito l’invio di messaggi. In effetti, stando ai tabulati telefonici, negli ultimi 9 giorni prima della scomparsa, tra Sterpin e Resinovich sono state effettuate 21 chiamate, 5 partite da lui, 16 da lei, per un totale di oltre un’ora e venti di conversazione.

La traccia base che secondo me lei glielo ha detto è il fatto, che combinazione, proprio quella mattina scompare, che poteva essere una delle ultime, bye bye”, ha concluso, lapidario, Sterpin.

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