"Mi disse di chiamarsi Emanuela": il magistrato rivaluta la supertestimone del caso Orlandi

Ciò che è stato rivelato da Sabrina Minardi, ex amante di un boss della Banda della Magliana, potrebbe essere importante nella risoluzione del caso della scomparsa di Emanuela Orlandi?

"Mi disse di chiamarsi Emanuela": il magistrato rivaluta la supertestimone del caso Orlandi
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C’è stato o non c’è stato un legame tra la scomparsa di Emanuela Orlandi e la Banda della Magliana? È un interrogativo che ricorre da quando, nel 2005, una telefonata anonima rivelò come il corpo del boss Enrico De Pedis, detto “Renatino”, fosse inumato nella basilica di Sant’Apollinare per via di un presunto favore fatto al cardinale Ugo Poletti - sebbene chi procedette all’inumazione dichiarò di aver pensato che il luogo della sepoltura fosse semplicemente legato a una forte donazione per i poveri.

A questo interrogativo ha contribuito molto la testimonianza di Sabrina Minardi, ex amante di De Pedis dal 1982 al 1984 - Emanuela Orlandi scomparve a giugno 1983. Nel 2008 Minardi iniziò a collaborare con le indagini e raccontò di una sera al bar Gianicolo con De Pendis, quando furono raggiunti dall’autista di quest’ultimo: “Poi è arrivata una donna, con un’altra auto. A bordo c’era una ragazza. Renatino mi disse di accompagnarla alla fine della strada delle mille curve, proprio nel punto in cui c’è un cancello da cui si entra in Vaticano, vicino al distributore. Quando arrivai al punto in cui mi avevano detto trovai un uomo con un cappello a falde larghe, una macchina targata Cv, Città del Vaticano, e gli consegnai la ragazza. Era molto confusa, sembrava drogata, mi disse di chiamarsi Emanuela. Aveva i capelli tagliati pari, come mozzati. Ma io la riconobbi, in quel periodo Roma era tappezzata di manifesti con la sua foto. Quando tornai al Gianicolo e chiesi a Renatino, lui mi disse solo: ‘Se l’hai riconosciuta, è meglio che non l’hai riconosciuta’”.

Intervistato da Quarto Grado, l’ex magistrato del caso Orlandi Giancarlo Capaldo ha detto: “Io sono convinto che il nocciolo delle dichiarazioni della Minardi corrisponda a una verità”. Capaldo ha parlato di un presunto ruolo di manovalanza della Banda della Magliana, ipotesi percorsa anche da Pietro Orlandi, fratello della scomparsa.

Io mi auguro che in qualche modo possano stabilirlo - ha detto Pietro Orlandi in collegamento a Quarto Grado - Che sia l’inchiesta vaticana o la commissione parlamentare d’inchiesta se parte, con l’aiuto della procura… Per adesso possiamo solo basarci su ipotesi e sulle cose dette. Io, personalmente, la mia ipotesi è che non la Magliana intera ma De Pedis abbia avuto un ruolo di manovalanza, aiutato da qualche suo sodale, anche non nella Banda della Magliana. Credo che il lavoro di manovalanza possa essere stato chiesto da qualcuno in Vaticano, ma è una mia ipotesi”.

Secondo l’avvocato degli Orlandi Laura Sgrò, potrebbe non essere efficace riascoltare Minardi per risolvere il

mistero: già nel 2008, quando venne considerata inattendibile, erano passati molti anni, e ora ne sono trascorsi altri. Sgrò suggerisce invece di cercare “riscontri delle prime dichiarazioni” rese dalla donna.

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