Il mistero dei delitti del Dams: quattro omicidi, un solo filo oscuro

Due delitti risolti, altri due rimasti senza colpevoli. Il programma Trovati morti, in onda sul canale 122 Fatti di Nera, ha ripercorso la strana storia dei delitti del Dams di Bologna

Il mistero dei delitti del Dams: quattro omicidi, un solo filo oscuro

Quattro omicidi in meno di un anno. Un unico filo conduttore. Due delitti risolti, altri due rimasti senza colpevoli. E un'ombra che non è mai svanita del tutto: possibile che fossero stati vittime di un serial killer? Il programma Trovati morti, in onda sul canale 122 Fatti di Nera, ha ripercorso la strana storia dei delitti del Dams di Bologna, l'università per le Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo, fortemente voluta da Umberto Eco che ne fu fondatore. Tra il 31 dicembre 1982 e il 29 novembre 1983, quattro brillanti protagonisti di quella nuova esperienza universitaria dedicata all'arte e allo spettacolo persero la vita in maniera tragica e in luoghi differenti. Quattro storie diverse, certo, ma che spesso vengono accomunate, anche con il sospetto che ci fosse un “mostro” unico dietro quei delitti, in parte rimasti irrisolti.

Angelo Fabbri, Francesca Alinovi, Liviana Rossi e Leonarda Polvani. Un uomo e tre donne, tutti uccisi. Se per Francesca Alinovi e Liviana Rossi sono stati condannati – seppure con una giustizia tuttora discussa – i responsabili, per l'allievo prediletto di Umberto Eco, Angelo Fabbri, e per Leonarda Polvani ancora oggi siamo di fronte ai classici “cold case”, i casi irrisolti che, ormai a oltre quarant'anni dai fatti, difficilmente troveranno una soluzione.

Angelo Fabbri era assistente universitario e pupillo di Umberto Eco, fu ucciso il 31 dicembre 1982. Era tra gli allievi più promettenti e brillanti di Eco, da tutti considerato il suo erede culturale. Il suo cadavere venne ritrovato da tre cercatori di tartufi nei boschi bolognesi: era stato ucciso da 12 pugnalate alle spalle. L'ultima volta che venne visto, si stava preparando per andare in treno a trascorrere il Capodanno a casa della figlia di Gianni Rodari a Roma, lasciò la sua casa e s'incamminò verso la stazione, dove però non arrivò mai. Umberto Eco, che conosceva bene Fabbri, si chiese se potesse aver dato involontariamente fastidio a qualcuno nell'ambiente malavitoso: la sua ipotesi era quella di una vendetta programmata, nonostante Fabbri si diresse ben lontano da situazioni torbide e, nonostante il periodo e la Bologna di quegli anni, non facesse uso di droghe ed era distante anni luce da contesti ambigui.

A distanza di oltre 40 anni la sua vita duramente spezzata resta un capitolo scuro della storia di Bologna e del Dams. Grande protagonista di quel periodo, artista già molto influente, Francesca Alinovi fu uccisa il 12 giugno del 1983 nel suo appartamento, dove fu trovata morta tre giorni dopo. Critica d'arte e docente, aveva 35 anni, il suo caso è noto proprio come il delitto del Dams. Il suo omicidio scosse profondamente Bologna e la sua comunità culturale. Francesca Alinovi fu trovata senza vita nel suo appartamento, con il corpo martoriato da oltre 40 coltellate. Le indagini inizialmente ipotizzarono un collegamento con altri delitti di studenti, ma ben presto i sospetti si concentrarono sul suo compagno, l'artista Francesco Ciancabilla, che fu poi condannato per l'omicidio. Assolto in primo grado nel 1985, fu condannato in appello a 15 anni, infine la Cassazione ridusse la pena a 10 anni di reclusione.

Dal 2005 è tornato libero per aver scontato la sua pena ed ha sempre continuato a dichiararsi innocente. Un mese dopo, il 3 luglio del 1983, in Calabria, in provincia di Crotone, morì in seguito a uno stupro la 22enne studentessa Liliana Rossi. Originaria di Borgo Mesola, nel Ferrarese, Liliana aveva deciso di lavorare come animatrice in una struttura alberghiera calabrese durante l'estate. La sua giovane vita venne spezzata in seguito a una terribile violenza sessuale da parte di quello che era il suo datore di lavoro. La ragazza fu ritrovata morta in spiaggia, soffocata nella sabbia nel tentativo disperato di sfuggire allo stupro del 48enne. Alla fine del processo, quell'uomo fu condannato a 4 anni di reclusione per omicidio colposo, pena in parte indultata e praticamente mai scontata. E si arriva al 29 novembre del 1983. La 29enne designer di gioielli Leonarda Polvani, detta Lea, studentessa prossima alla laurea, fresca di nozze, scompare dal garage della sua casa a Casalecchio di Reno senza lasciare traccia. Il suo corpo senza vita venne ritrovato in una cava di gesso verso San Lazzaro di Savena tre giorni dopo, con un laccio intorno al collo, in una grotta. Era stata ammazzata da un colpo di pistola. In quella zona gira voce che si svolgessero messe nere, ma è più probabile che il suo lavoro in gioielleria le sia costato la vita.

Alessandra De Vita, giornalista de "Il Fatto Quotidiano", ha dedicato ai delitti del Dams un capitolo del suo libro "Sospese", escludendo che possa esserci una regia comune dietro i quattro delitti, che hanno evidentemente matrici differenti, seppure tutti collegati. Anzi, secondo lei accomunare i quattro delitti “è stato un po' un tentativo di screditare quell'ambiente frequentato da persone ritenute bizzarre. È vero, sono avvenuti tutti nello stesso anno, due corpi sono stati ritrovati nel bosco, il che ha contribuito a creare un mostro del Dams che non è mai esistito. Francesca Alinovi fu la fondatrice della corrente artistica dell'Enfatismo.

Fabbri era uno studente brillante, assistente di Eco, un ragazzone ingenuo con una profonda cultura, che con quelle sue qualità forse aveva dato fastidio a qualcuno che aveva delle mire. Liviana Rossi fu vittima di un delitto terrificante. Infine su Leonarda Polvani si tentò un depistaggio, fu un omicidio studiato nei dettagli, probabilmente si rifiutò di partecipare a una rapina, ma ormai sapeva troppo e fu eliminata: per lei fu celebrato anche un processo, ma nessuno fu giudicato colpevole”. “Fabbri – secondo la criminologa e psicoterapeuta Barbara Fabbroni – poteva aver innescato invidie.

Invece Liviana fu vittima anche del pregiudizio degli anni '80 contro una giovane donna in una regione ancora chiusa mentalmente com'era la Calabria all'epoca”.

La puntata sul caso dei delitti del Dams è disponibile sulla piattaforma Cusanomediaplay.it.

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