"Ho accettato un passaggio da Alice...". Il tunisino nega ma il cerchio si stringe attorno a lui

Nuove prove contro Mohamed Gaaloul. Lui continua a professarsi innocente ma le testimonianze di tre connazionali sembrerebbero inchiodarlo all'omicidio di Alice Neri

Un primo piano di Alice Neri
Un primo piano di Alice Neri

Il principale indiziato, ancora in carcere, continua a professarsi innocente e la difesa punta sulla mancanza di un movente chiaro. Secondo la procura però, le prove che stanno via via emergendo contro di lui sarebbero sempre più numerose. Si starebbe quindi aggravando la posizione di Mohamed Gaaloul, tunisino di 29 anni detenuto da settimane con le accuse di omicidio volontario e distruzione di cadavere per la morte di Alice Neri. Questi gli ultimissimi sviluppi relativi alla scomparsa della trentaduenne madre di famiglia trovata priva di vita lo scorso novembre a Concordia, un paese situato nella provincia di Modena. Il cadavere della donna, carbonizzato, si trovava nelle campagne modenesi all'interno dell'automobile sulla quale si era appena allontanata da un locale nelle primissime ore del mattino. Qui, secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, avrebbe trascorso alcune ore in compagnia di un amico, chiacchierando davanti ad uno spritz.

Le telecamere del sistema di videosorveglianza della zona avrebbero però ripreso anche l'extracomunitario, risultato peraltro destinatario di un provvedimento di espulsione. In particolare, sempre secondo l'accusa, si vedrebbe Gaaloul avvicinarsi all'automobile della donna intorno alle 3, dopo che quest'ultima era uscita dal bar. La fuga del magrebino, che subito dopo la tragedia lasciò l'Italia, insospettì subito le forze dell'ordine. Dopo la cattura, aveva detto di essere estraneo alla vicenda e di aver accettato, la notte del delitto, un passaggio da una "donna bionda", ma di essere sceso dopo poche centinaia di metri (su richiesta della ragazza, a quanto pare) e di non avere alcuna idea di quel che sarebbe successo da lì a poco ad Alice. “Sono sceso da quell’auto e sono andato a dormire da mio cugino - avrebbe dichiarato agli investigatori - non so cosa sia accaduto dopo". E proprio nelle scorse ore, anche il cognato dello straniero ne avrebbe preso le difese, addossando la responsabilità dell'omicidio ad una terza persona.

"Lui ha chiesto solo un passaggio, all’uscita dal locale frequentato dalla donna – ha raccontato Nourreddine Bedoui, questo il suo nome, al quotidiano Il Resto del Carlino – poi la giovane ha ricevuto una chiamata e ha visto una macchina che li stava seguendo. Poco dopo ha scaricato Mohamed in mezzo alla campagna". Il Tribunale del Riesame di Bologna dovrebbe esprimersi entro martedì prossimo circa la scarcerazione di Gaaloul, ma sarebbero emersi altri due elementi contro di lui. Innanzitutto, le tracce di droga ed alcol rivenute dal medico legale sulla salma di Alice, visto che secondo la stampa locale Mohamed sarebbe stato in passato accusato di spaccio di sostanze stupefacenti.

Ma non è tutto: tre tunisini avrebbero testimoniato di aver visto il ventinovenne con gli abiti sporchi di olio, poche ore dopo il dramma. E chi indaga ipotizza che possa trattarsi dello stesso combustibile utilizzato per dare fuoco al veicolo della donna, oltre che al suo cadavere.

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