Cronaca nera

"Non dico niente...". È giallo sulla morte di Rkia, la mamma di Rovigo

Rkia Asmaoui è stata trovata in fin di vita nella sua abitazione con un proiettile in testa ed è morta poco dopo: ignoto l'autore dell'omicidio

"Non dico niente". Così il vicino di Rkia Asmaoui, la mamma morta a Rovigo

È giallo ad Ariano Polesine, in provincia di Rovigo, dove una donna è stata trovata in fin di vita dai suoi due bambini. Dopo alcune ore di agonia, purtroppo la vittima non ce l'ha fatta ed è morta in ospedale. Rkia Asmaoui, 32enne di origine marocchina, è stata trovata riversa sul pavimento della cucina dai figli di 8 e 11 anni che hanno dato l'allarme ma per lei non c'è stato niente da fare. Ora le forze dell'ordine indagano sulle dinamiche e sul movente di quello che sembrerebbe essere un omicidio: il fascicolo è stato aperto ma per il momento senza indagati, in attesa di avere maggiori elementi. Alessandro Politi, giornalista del programma Rai Storie Italiane, ha intervistato in esclusiva il marito della donna ma anche il vicino di casa, che ha rilasciato nuove dichiarazioni. Il servizio andrà in onda domattina su Rai1 ma ilGiornale.it può anticipare alcuni stralci di conversazione.

"Non posso dire niente perché devo vedere il mio avvocato. Io non c'entro niente", dice il vicino di casa al telefono con Politi. È stato lui il primo ad accorrere quando i figli della donna hanno trovato per primi la madre e a offrire il primo soccorso. "Dovete lasciarmi stare", ha proseguito, evidentemente infastidito dalla presenza dei tanti giornalisti che si stanno interessando al caso, rompendo la quiete di provincia di Ariano Polesine. "Non sento molto bene, ho la memoria che non va", dice l'uomo negando di aver sentito il colpo di arma di fuoco. Il signore, inoltre, nega anche che sia sparita una delle pistole che deterrebbe regolarmente presso la sua abitazione: "Non è sparito niente, lasci stare".

Il giornalista ha raggiunto telefonicamente anche il marito della donna, anche lui straniero, per cercare di capire qualche dettaglio in più sul mistero che avvolge la morte di sua moglie. "Ero da mio fratello", ripete l'uomo, sostenendo che non fosse a casa sua nel momento in cui qualcuno ha sparato a sua moglie, uccidendola. L'abitazione in cui la donna è stata trovata agonizzante è stata ora posta sotto sequestro, quindi l'uomo è stato costretto a lasciarla insieme ai suoi due figli ma al telefono con Politi sembra non avere idea di cosa possa essere successo alla donna. "Quando sono tornato da lavoro ho saputo che mia moglie era caduta e che l'ambulanza l'ha portata a Rovigo", dice il marito al giornalista, senza però rispondere alla domanda su quali fossero i suoi rapporti con la moglie. Ovviamente, Alessandro Politi fa notare al vedovo che sua moglie non è caduta ma è stata colpita da un proiettile: "Ma va là, non lo so, non lo so".

L'uomo sembra non credere che sua moglie possa essere stata uccisa: "Che il medico di Rovigo dica la verità". Politi ha insistito affinché il marito spiegasse quali fossero i reali rapporti tra loro e solo successivamente ha dichiarato che tra loro non ci sarebbero stati attriti e che sarebbe stata una famiglia normale, in cui lui lavorava fuori e lei in casa. "Non dico niente, tutto apposto", dice il marito negando che possano esserci stati attriti di vicinato. Niente, quindi, secondo lui, può aver giustificato la morte della donna, che quando è arrivata l'ambulanza presso la sua abitazione è stata ritrovata con un proiettile in testa. Quel che colpisce del marito è la sua apparente tranquillità, anche nel racconto dello stesso in merito al momento in cui gli hanno comunicato la morte di sua moglie: "Eh vabbè, è andata...

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