Pierina Paganelli uccisa con 29 coltellate, arrestato il vicino di casa Louis Dassilva. "Temeva scoprisse la relazione con la nuora"

A 9 mesi di distanza, è stato fermato il vicino di casa senegalese di Pierina Paganelli con l'accusa di averla uccisa con 29 coltellate nei garage del condominio

Pierina Paganelli uccisa con 29 coltellate, arrestato il vicino di casa Louis Dassilva. "Temeva scoprisse la relazione con la nuora"
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C'è un fermo per l'omicidio della 78enne Pierina Paganelli, uccisa lo scorso 3 ottobre nel garage di casa con ventinove coltellate. Si tratta di Louis Dassilva, senegalese vicino di casa della donna, prelevato all'alba dal suo appartamento in via del Ciclamino. È sempre stato l'unico indagato per il brutale assassinio e l'arresto condotto dalla Squadra Mobile di Rimini è stato disposto sulla base di una pluralità di indizi, connotati da gravità, precisione e tra loro di "indubbia concordanza". Il cadavere di Pierina era stato scoperto dalla nuora, Manuela Bianchi, amante del senegalese, che alle 10 è attesa in Questura per essere sentita dal sostituto procuratore, Daniele Paci, come persona informata sui fatti. Sarebbe proprio la relazione tra i due, secondo gli inquirenti, il possibile movente del delitto.

È stata determinante l'immagine di una delle telecamere di via Ciclamino che, alle 22.17 di quel 3 ottobre, ha ripreso ritratto un soggetto di carnagione scura di spalle mentre camminava in direzione del portone del civico 31. L'unico abitante di colore nel condominio 31, così come in quelli limitrofi, è proprio l'indagato. Tuttavia, Dassilva ha sempre sostenuto di essere rimasto a casa dalle 20 del 3 ottobre sino alle 8 del mattino successivo, una evidente bugia smentita dall'oggettività delle immagini, che ha portato all'arresto dell'uomo con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato, commesso per futili motivi. A Dassilva viene contestato di aver agito con crudeltà nei confronti della vittima e di avere approfittato di condizioni di tempo, di luogo e di persona, tali da ostacolare la privata difesa.

Delle ventinove coltellate sferrate durante l'assassinio, una delle ultime ha raggiunto la regione sottoclaveare destra, raggiungendo l'aorta intrapericardica, cagionando il decesso dopo pochi secondi della donna. Unendo gli indizi raccolti in fase di indagine, gli inquirenti sospettano che Dassilva abbia compiuto l'omicidio e sia poi uscito al fine di liberarsi dell'arma, che non è stata mai rinvenuta dalla polizia giudiziaria, per poi rientrare nel proprio appartamento. Le immagini delle telecamere di via dei Ciclamini sono state successivamente approfondite mediante rilevazioni tecniche, che hanno permesso di confermare che, per la pigmentazione, il soggetto ripreso era sicuramente di carnagione scura.

Gli ulteriori approfondimenti svolti hanno avuto esito positivo, fornendo anche un importante elemento individualizzante, costituito dalla particolarità di un marcato movimento della spalla destra, molto sovrapponibile a quello riscontrato in video ritraenti l'indagato.

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