"Vi spiego perché i genitori di Saman non saranno estradati"

Parla il giornalista Ahmad Ejaz che ha curato le traduzioni in urdu e punjabi per "Chi l'ha visto?": "La voce di Saman al telefono con Saqib mi ha commosso"

"Vi spiego perché i genitori di Saman non saranno estradati"

Sembrava una data così lontana, eppure quella del 10 febbraio 2023 è molto vicina. È allora che avrà inizio il processo per l’omicidio di Saman Abbas, la 18enne pakistana residente a Novellara scomparsa nella notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021, uccisa perché si era opposta al matrimonio forzato con un cugino più vecchio.

Sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di sequestro di persona, omicidio in concorso e occultamento di cadavere il padre Shabbar Abbas, la madre Nazia Shaheen, lo zio Danish Hasnain e i cugini Ikram Ijaz e Noumanoulaq Noumanulaq. Shabbar è stato arrestato e si trova a Islamabad, mentre in Italia in molti sperano sia estradato. Nazia è ancora latitante. Gli altri tre accusati sono in carcere in Italia.

E mentre finora le ipotesi di difesa hanno puntato sul corpo di Saman che non si trovava - ma che a fine novembre è stato fatto ritrovare da Danish in un casolare abbandonato a 700 metri da casa Abbas - e sulle traduzioni delle intercettazioni - che però corrispondono tra le diverse trasmissioni televisive e con i brogliacci delle forze dell’ordine, c’è ancora il nodo di Nazia, sulla quale pare non ci sia nessuna speranza di arresto ed estradizione.

“Non credo che il Pakistan consegnerà all’Italia una donna”, commenta a IlGiornale.it il giornalista pakistano in Italia Ahmad Ejaz, mediatore culturale e cooperante internazionale che si è occupato delle traduzioni per una celeberrima trasmissione tv.

Ejaz, secondo l’associazione Penelope, i genitori di Saman non verranno estradati in Italia. Cosa ne pensa?

“Non c’è una reciprocità tra Italia e Pakistan. Sembrava quasi fatta, poi c’è stata la sostituzione del giudice all’udienza fissata a Islamabad, anche se potrebbe trattarsi semplicemente di una questione burocratica, come tante volte accade in Italia. Senza reciprocità però l’estradizione non è certa. Tuttavia un’estradizione di cortesia sembrava realizzabile”.

Perché Nazia non è stata ancora arrestata?

“Non credo che il Pakistan consegnerà all’Italia una donna, per di più una donna casalinga. Mentre per Shabbar, culturalmente parlando, l’estradizione resta probabile, qualche speranza c’è. Altrettanto probabile è che Nazia si sia rifugiata presso la sua famiglia d’origine, dai suoi fratelli, da qualche parte. Il Pakistan non ha mai assicurato che avrebbe restituito anche lei”.

Cosa ne pensa del presunto ruolo di Nazia?

“Quando ho tradotto i documenti, c’era un messaggio inviato dal Pakistan: ‘Uccidete questa ragazza’. Era stato mandato dal fratello di Nazia (il poliziotto che ha minacciato la famiglia di Saqib, il ragazzo amato da Saman ndr). La famiglia della madre di Saman è coinvolta a mio avviso. Il ruolo della madre è evidente anche nell’ultimo video che ritrae Saman la notte della scomparsa”.

È stata aperta un’inchiesta bis. Crede che altre persone possano essere coinvolte in questo caso in qualità di fiancheggiatori?

“Credo che l’eventuale coinvolgimento di altre persone, come per esempio il cugino che ha dato uno schiaffo a Saman e ora ha perso il permesso di soggiorno, sia estraneo alla grande organizzazione, sia solo precedente al delitto. La famiglia di Shabbar e quella di Nazia sono molto forti. Sono in tutto 28 famiglie a Charanwala e loro fanno parte di una casta potente. Il sistema delle caste diventa forte quando ci sono diversi nuclei della stessa famiglia in un villaggio: tanti nuclei famigliari tanto onore. Ecco il perché del matrimonio forzato con un parente”.

L’avvocato dei genitori di Saman Simone Servillo ha sollevato il problema della giustezza delle traduzioni, in particolare nell’intercettazione in cui Shabbar dice: “Ho ucciso mia figlia, l’ho fatto per il mio onore”. Lei ha tradotto intercettazioni e altro per “Chi l’ha visto?”.

“Le frasi che Shabbar pronuncia sono tutte in dialetto del Punjab, lo stesso dialetto delle mie origini. Certo, ci sono alcune traduzioni letterali che devono essere rese in italiano per essere comprensibili, ma parliamo solo delle numerose parolacce che Shabbar pronuncia. In questa intercettazione Shabbar si assume la responsabilità, dice di aver ucciso Saman e aver lasciato l’altro figlio in Italia”.

Ha affermato in trasmissione di aver pianto nel tradurre le testimonianze in lingua originale. Cosa l’ha colpita di più?

“Mi ha fatto molto male pensare al momento in cui Saman chiede alla madre di cosa stessero parlando nella chat al telefono, perché aveva sentito di una ragazza che doveva essere uccisa, ma la madre le dice che non stavano parlando di lei. Mi ha fatto piangere, così come quel momento in cui Saman parla al telefono con Saqib: lui era pieno di speranza, di luce, erano appena arrivati i vestiti per le nozze, mentre lei, con la sua dolce voce in un urdu raffinato, attenta a non farsi ascoltare da altri, preannuncia in un certo senso la sua morte”.

Perché è importante per tutta la comunità pakistana in Italia ottenere giustizia per Saman?

“La maggior parte della comunità pakistana in Italia è integrata. Per le prime generazioni, l’Italia è il loro secondo Paese, per le seconde generazioni è invece il primo Paese. Questi avvenimenti fanno arretrare il processo di integrazione”.

Saman avrà la cittadinanza postuma, le verrà fatto un funerale e sarà sepolta a Novellara. Crede che questo sia un segno importante?

“Mi sembra che la grande attenzione dell’opinione pubblica stia restituendo qualcosa a Saman. In Italia Saman aveva la sua famiglia, ma era composta da nemici, non da amici. Penso che la società civile può dare un segnale forte, per dire no ai matrimoni forzati e non calpestare i diritti della seconda generazione. Vedo una grande luce in questi ragazzi, che hanno un’identità molto forte: pakistana e italiana insieme, qualcosa di completamente diverso e nuovo. Sognano l’emancipazione e le leggi potrebbero aiutarli.

Ho raccolto 17mila firme per la cittadinanza onoraria postuma per Saman su Change. Sarebbe bello che a Novellara si svolgessero i funerali di Stato nella forma minima prevista, con 7 carabinieri e un rappresentante del governo. Saman è la sesta ragazza che viene uccisa in questo modo in Italia”.

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