
Dopo poche ore avrebbe dovuto cominciare l'anno scolastico. E, sotto le coperte, deve aver pensato ai compagni, alle prese in giro, ai prof a sminuire tutto: «Ma su, non è nulla». Paolo Mendico, 14 anni, di Santi Cosma e Damiano (Latina) si è suicidato la notte prima del primo giorno di scuola, impiccandosi in casa. Come a dire: non ce la faccio a passare un altro anno così. Lo chiamavano Nino D'Angelo per via del caschetto biondo o «femminuccia, Paoletta» per i capelli lunghi. Non semplici battutine ma vero e proprio bullismo, reiterato, pungente.
Ora, a poco più di un mese, il Ministero dell'Istruzione conferma il reato. Dopo le ispezioni volute dallo staff del ministro Giuseppe Valditara, sembra sempre più chiaro che Paolo sia stato vittima di episodi di bullismo e di un atteggiamento della scuola tendente a sminuire la situazione. La famiglia lo aveva detto da subito e aveva dichiarato di aver già denunciato gli episodi dei bulli ma di non aver ricevuto in cambio né protezione per Paolo né interventi da parte della scuola. Adesso il ministero darà il via alle contestazioni disciplinari verso il personale docente.
Si è conclusa infatti la fase in cui sono stati ascoltati gli insegnanti, il personale scolastico, e in cui è stata acquisita la documentazione prodotta dall'istituto Pacinotti di Fondi.
Cosa succederà in questa seconda fase? Al di là della punizione per i bulli, tutti minorenni, il docente coinvolto ha diritto a presentare le proprie memorie difensive scritte (generalmente entro 5-10 giorni) e può farsi assistere da un legale.
Dopo di ché verranno stabilite le infrazioni. Per quelle lievi decide il dirigente scolastico (che può optare per l'avvertimento scritto, la censura, la sospensione fino a 10 giorni). Per le infrazioni gravi invece interviene l'Ufficio Procedimenti Disciplinari dell'Ufficio regionale scolastico e stabilisce o la sospensione del docente per oltre 10 giorni, o la sospensione con blocco dello stipendio, o addirittura il licenziamento. La decisione per valutare la gravità del caso viene presa soppesando il comportamento del prof: ci si chiede se è stata «solo» violazione del proprio dovere professionale o se il comportamento è degenerato in abuso dei mezzi di correzione e maltrattamenti. In questo caso il reato ha rilevanza penale.
Contestualmente vanno avanti i lavori delle due procure, quella dei Minori di Roma e quella di Cassino. La prima sta vagliando la posizione di alcuni presunti bulli, compagni di classe di Paolo, mentre gli uffici di Cassino guidati dal procuratore Carlo Fucci stanno approfondendo la posizione di eventuali adulti coinvolti nella sequela di episodi che, nel tempo, hanno portato il ragazzo a togliersi la vita.
Uno degli elementi che gli inquirenti
stanno valutando è la chat: alla fine delle vacanze, in vista della ripresa dell'anno scolastico, Paolo aveva scritto ai compagni: «Tenetemi un posto in prima fila». Ma dietro a quel banco non se l'è proprio sentita di sedere.