
Per Rovigo doveva essere una giornata di festa. Sabato sera, dopo le finali del mondiale under 20 di rugby allo stadio Battaglini, il centro si mostrava affollato di visitatori e residenti. Ed è in questo clima che si scatena il panico, quando una rissa sfocia nel sangue e restituisce un bilancio drammatico: un morto e un ferito.
È trascorsa da poco la mezzanotte quando nei giardini di Corso del Popolo, nel cuore della città veneta, tra alcuni giovani stranieri gli animi cominciano a scaldarsi. Da una parte pakistani, dall'altra tunisini. Prima le offese, poi si passa ai fatti e scoppia una rissa. Spuntano cocci di bottiglia e coltelli e uno di questi finisce nello stomaco di Amine Gara, 23enne tunisino da qualche anno in città con la famiglia. A rimanere ferito anche un trentenne che resta nei giardini, mentre tutt'intorno ormai è il caos. Ed è proprio tra la folla che urla e fugge lontano dal luogo del delitto che i responsabili riescono subito a defilarsi dopo la violenta colluttazione. Amine Gara, soccorso e trasportato in ambulanza, è morto in ospedale: le sue ferite erano troppo profonde e poco dopo ha smesso di respirare. Dalla scorsa notte è subito partita la caccia a chi ha partecipato a quella rissa. «Stiamo lavorando intensamente», si è limitato a commentare il questore di Rovigo Eugenio Vomiero. Gli agenti e i carabinieri hanno già sentito diversi testimoni, che avrebbero anche visto fuggire gli aggressori e non è escluso che qualcuno possa aver assistito alla rissa. Al vaglio ci sono le immagini di tutte le telecamere della zona, ma si cercano anche i coltelli e le armi usate quella notte.
Intanto però a Rovigo esplode la polemica sulla sicurezza, proprio a partire dalle parole della sindaca Valeria Cittadin: «Rovigo è ferita, sconvolta, umiliata. Da settimane assistiamo a episodi che offendono profondamente la nostra città, la sua storia, la sua dignità. Questo non è il nostro volto». E quindi la promessa della linea dura: «Non accetteremo più presenze ingombranti, arroganti, fuori controllo, c'è posto solo per chi rispetta le regole. Questi gruppi vanno perquisiti, controllati, allontanati. Ogni giorno, più volte al giorno. Rovigo deve essere liberata dalla paura». L'omicidio rappresenta il culmine di una sequenza criminale fatta di aggressioni e stupri in città.
Ecco perché ieri si è tenuto il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza in Prefettura, con l'obiettivo di studiare un nuovo piano sicurezza. Tra le proposte quella dell'assessore regionale alla Sicurezza e al Territorio Cristiano Corazzari: «L'istituzione di zone rosse e, se necessario, il supporto dell'esercito».