
Chiede a Il Piccolo di Trieste di eliminare i condizionali quando parla della questione. Afferma di non avere dubbi. Si chiama Giacomo Molinari il preparatore anatomico che l’11 gennaio 2022 ha assistito il medico legale Fulvio Costantinides nella prima autopsia su Liliana Resinovich, la donna scomparsa da Trieste il 14 dicembre 2021 e ritrovata morta tre settimane più tardi nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico giuliano.
La memoria del tecnico preparatore anatomico
Il tecnico Molinari ha inviato ieri alla procura, stando a quanto riporta Il Piccolo, cui ha concesso un’intervista, una memoria contenente quanto sarebbe accaduto appunto l’11 gennaio: sarebbe stato Molinari, almeno in base alle sue dichiarazioni, a fratturare la vertebra T2 sul corpo di Resinovich. “Affinché il medico potesse ispezionare bene l’area di collo e spalle, per capire se ci fossero segni di violenza, ho sistemato a livello dorsale, dietro le spalle per capirci, un presidio particolare. Il capo della donna a quel punto era proteso all’indietro. Per poter capire a livello di tessuti se ci fossero segni di terzi ho dovuto far fare una manovra diiperestensione del collo, trainando in senso posteriore il tratto cervicale”, ha spiegato.
Non si sarebbe trattato quindi di un errore umano come in tanti hanno supposto inizialmente, ma di qualcosa che capiterebbe “spesso in maniera involontaria”, in particolare se la vittima è una persona anziana o, come nel caso di Resinovich, soffre di osteoporosi. “In quel momento - ha proseguito il preparatore - ho sentito il rumore tipico di un osso che si frattura, poi procedendo con l'asportazione della laringe della trachea ho potuto constatare che durante quell'operazione si era rotta una delle prime vertebre toraciche”.
La rabbia dei parenti
La notizia dei giorni scorsi su questa rivelazione del tecnico ha profondamente scosso i parenti di Liliana. Il fratello Sergio Resinovich, in collegamento a “Chi l’ha visto?” con la cugina Silvia Radin, è stato lapidario: “Mi sono detto: è vergognoso che una persona venga a dire questo dopo tre anni e mezzo quasi. Mi informerò dove lavorava, affinché si valuti il suo comportamento e venga licenziato”. Secondo Sergio, anche gli inquirenti dovrebbero esaminare la posizione del preparatore, ed eventualmente perseguirlo penalmente.
C’è però chi pensa che Molinari si sia addossato una colpa non sua. “Ho pensato che forse si assume delle responsabilità molto grandi e mi verrebbe da dire gratuitamente. Per produrre una frattura a un cadavere occorre una forza notevole e quindi il corpo o dovrebbe essere caduto da un’altezza andando a urtare il pavimento, o, ipotesi residuale o fantascientifica, qualcuno che ha preso a colpi a livello del rachide il cadavere”, ha commentato il professor Vittorio Fineschi, direttore dell’Uoc medicina legale dell’Università La Sapienza.
Fineschi parte infatti da ciò che è scritto nella consulenza collegiale guidata dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo, ovvero che “dopo il ritrovamento del corpo non risultano esservi state manovre
post-mortali tali da poter giustificare l’insorgenza di suddetta frattura”. Secondo Fineschi, in base a ciò che scrive Cattaneo, la frattura sarebbe quindi stata già presente, ma non sarebbe stata notata in sede di tac.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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