Ha gettato «liquido infiammabile sul volto, sugli occhi e su tutto il corpo» della moglie che si stava separando da lui, tentando di darle fuoco. E la controllava e pedinava - per sua stessa ammissione - attraverso un Gps che le aveva installato sull'auto. L'uomo, un 46enne nato in Romania, è stato arrestato dai carabinieri per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate.
L'arresto è stato eseguito dai carabinieri di Limbiate coordinati dal pm di Milano, Alessia Menegazzo. Le indagini hanno ricostruito un «regime di vita vessatorio e mortificante» imposto alla vittima connazionale dell'indagato, andato avanti per mesi. La coppia ha due figli. Nell'aprile scorso lui ha insultato la donna e le ha strappato il telefono dalle mani mentre provava a chiamare le forze dell'ordine. Poi il 5 novembre si è appostato davanti al suo posto di lavoro a Segrate, l'ha bloccata e le ha gettato addosso liquido infiammabile, probabilmente benzina, «spingendola violentemente e schiaffeggiandola al volto» e causandole lesioni guaribili in 15 giorni. L'ha anche minacciata: «Li vuoi rivedere i bambini stasera?...». Così si legge nell'ordinanza del gip di Milano, Luca Milani. La donna si è salvata solo perché si è chiusa nella propria auto e ha chiamato i soccorsi. Il 46enne è prima scappato, dopo è andato spontaneamente dai carabinieri, ha consegnato «un accendino, il cellulare, una bottiglia da 500 ml e una da 60 ml contenenti entrambe liquido trasparente, verosimilmente benzina» e la scatola del sistema satellitare usato per spiare la moglie.
Era stata però lei a denunciarlo già a giugno, raccontando diversi episodi di violenza subita, in cui il marito era spesso ubriaco. C'è anche una lite del 16 agosto quando l'uomo le ha provocato lividi al braccio destro o ancora le minacce urlate davanti alla figlia e i divieti di uscire di casa. Un'escalation culminata con la benzina gettata sul volto e la moglie costretta a ricorrere alle cure mediche per una discussione degenerata «riguardante i dettagli della separazione».
Per il giudice Milani, l'aggressione di una settimana fa «rende plasticamente l'idea dell'ossessione provata nei confronti dell'ex moglie, che lo ha condotto a compiere un gesto idoneo a provocare conseguenze gravissime per l'incolumità della vittima». L'arrestato, nonostante si dica dispiaciuto, è descritto come «privo di freni inibitori» e c'è - come sottolineato dal pm Menegazzo - «il pericolo attuale e concreto di commissione di ulteriori gravi reati», dato che gli atteggiamenti «ossessivi e molesti dimostrati negli anni di convivenza con la moglie non sembrano essersi placati dopo la separazione avvenuta alla fine dell'estate».
Infine il fatto che ci fosse un rilevatore satellitare da lui installato sulla vettura dell'ex per seguirla ovunque evidenzia «tutta la morbosità degli atteggiamenti di controllo dell'indagato nei confronti della persona offesa».