Cronaca nera

In sette contro uno nella carrozza della metro: l'ennesima aggressione del branco

In sette contro uno nella carrozza della metro: l'ennesima aggressione del branco

Un incubo durato due minuti, il tempo di percorrenza di una corsa tra due fermate di metropolitana. Due minuti di terrore scanditi da calci, pugni, sputi. Una nuova brutale aggressione perpetrata alla luce del sole da una baby gang arriva dalla prima periferia di Brescia: è la mattina di un lunedì come tanti quando all’improvviso uno studente 19enne corre verso il primo vagone del treno chiedendo aiuto. "Mi hanno minacciato con un coltello", urla il ragazzo ai passeggeri del convoglio. Non c’è neanche il tempo di tirare un sospiro di sollievo che il 19enne viene raggiunto sui binari da un gruppo di adolescenti, tutti presumibilmente tra i 15 e i 17 anni.

A raccontare la drammatica sequenza di eventi al Giornale di Brescia è un testimone: "Quando il ragazzo è salito sul treno era atterrito: ha cominciato a urlare dicendo di essere stato minacciato con un coltello. Appena dopo è arrivato un giovanissimo che lo inseguiva, indossava abiti vistosi e accessori griffati. Il primo aggressore è stato presto raggiunto dagli altri, erano sei o forse sette: alcuni hanno bloccato le porte, in attesa che tutti i compagni salissero sul treno".

È a quel punto che lo studente viene circondato in un angolo e pestato per minuti interminabili con botte al volto e alle costole. I gemiti e i lamenti fanno da colonna sonora ai colpi in sequenza, ai cazzotti, agli schiaffi e alle pedate. Il clamore è tale che intorno al capannello si crea il vuoto: i passeggeri e alcuni addetti della metro a bordo cercano un rifugio dal lato opposto, alla fine della carrozza. Ma nessuno interviene.

In una manciata di secondi svanisce tutto, con la fuga precipitosa del gruppetto alla stazione successiva, sempre nella zona sud della città. A prestare le prime cure al 19enne - a terra col volto tumefatto - è una ragazza che viaggiava in metro, poi scatta l’allarme direttamente dal convoglio. Della baby gang, però, non c’è alcuna traccia. In queste ore i carabinieri hanno acquisito le immagini del sistema di videosorveglianza della metropolitana bresciana per ricostruire quei paurosi minuti e provare a risalire ai giovanissimi violenti.

Brescia, d’altronde, è da tempo un territorio permeabile alle baby gang: solo pochi giorni i sei membri della "Gang88", che rapinavano coetanei in tutta la provincia, sono stati condannati in tutto a 25 anni di carcere.

Per il gip - che aveva firmato l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 19 ragazzi, alcuni dei quali minori e processati davanti al tribunale dei minorenni - la gang aveva "un elevato grado di aggressività da violenza spesso gratuita e aggravato e dall'uso di armi da taglio nonché dalla stabile propensione alla commissione di delitti di gruppo".

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