
Emergono ulteriori dettaglie circa la terribile sparatoria avvenuta nella notte fra sabato 26 e domenica 27 aprile a Monreale (Palermo). L'orribile vicenda ha portato alla morte di tre ragazzi, Massimo Pirozzo (26 anni), Salvatore Turdo (24 anni) e Andrea Miceli (26 anni). Gli inquirenti sono arrivati al 19enne Salvatore Calvaruso, che secondo l'accusa avrebbe aperto il fuoco al termine di un'accesa lite.
Calvaruso, adesso in arresto, ha confessato dopo essersi inizialmente avvalso della facoltà di non rispondere. In lacrime, ha confermato di aver ucciso i tre ragazzi e ha chiesto perdono alle famiglie. Nel corso dell'interrogatorio con il gip, il giovane, accusato di strage, ha rilasciato delle dichiarazioni agghiaccianti, spiegando di aver trovato l'arma del delitto per strada. "Ricordo che sono caduto e mentre ero ancora per terra altre persone hanno cominciato ad aggredirmi con calci e pugni. Mi sono rialzato ed ho provato a scappare, cadendo di muovo, mi sono alzato ancora una volta e sono salito sullo scooter per andare via, ma sono stato aggredito di nuovo e sono caduto per terra con lo scooter. Quindi a quel punto, dal borsello di colore scuro che indossavo ho estratto una pistola semiautomatica che avevo rinvenuto qualche giorno prima per strada all'interno del mio quartiere, e ho cominciato a sparare all'indirizzo di questi 3/ 4 ragazzi che in quel momento mi stavano aggredendo", ha affermato, come riportato dalle agenzie di stampa.
Calvaruso, dunque, dichiara di aver agito per difendersi. E rivela qualcosa di sconcertante. La pistola era stata ritrovata pochi giorni prima abbandonata per strada. Un fatto che, se vero, sarebbe di una gravità inaudita. "Non sono in grado di dire quanti colpi ho esploso, ma ho esaurito il caricatore. Posso solo affermare che contestualmente ho sentito altri colpi di pistola ma non sono in grado di dire chi altro ha sparato", ha spiegato.
Nel frattempo gli inquirenti stanno raccogliendo anche altre testimonianze nella speranza di ricostruire quanto accaduto quella terribile notte. Secondo una delle versioni raccolte, il complice di Salvatore Calvaruso avrebbe detto al 19enne di "non sparare in aria ma sulla folla". Tale dichiarazione è stata inserita nell'ordinanza di custodia cautelare. "Mentre eravamo in ospedale, il mio compaesano mi ha raccontato di avere sentito che il conducente della Bmw (complice di Calvaruso, ndr) riferiva al passeggero di non mirare in aria ma di sparare sulla folla", ha affermato.
Sempre stando alle testimonianze, Andrea Miceli, una delle tre vittime, sarebbe morto nel tentativo di placare gli animi durante la rissa. Gli elementi da chiarire sono ancora tanti. Sappiamo che lo scontro fra i giovani è scoppiato intorno all'una e mezza di sabato. Ad affrontarsi sono stati un gruppo di ragazzi di Monreale, e uno gruppo di Palermo. I palermitani si spostavano in scooter, e i ragazzi di Monreale li avevano pregati di rallentare, perché in quella strada si trovavano anche dei bambini. Da lì la rissa.
"Salvatore Turdo lo rimproverava chiedendogli di andare piano", è quanto scritto dal gip. Calvaruso, allora, avrebbe fermato lo scooter insieme ai suoi amici e avrebbero accerchiato Turdo. A quel punto, secondo la ricostruzione, sarebbe arrivato Andrea Miceli, cugino di Turdo, "che cercava di calmare gli animi ma senza buon esito in quanto seguiva uno scambio di battute e poi un soggetto del gruppo palermitano colpiva Miceli ripetutamente al volto con il casco".
La situazione sarebbe
degenerata, e a quel punto, secondo il giudice,"almeno due soggetti palermitani usando pistole in loro possesso aprivano il fuoco scaricando oltre 20 colpi di pistola sulle persone coinvolte".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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