
Ucciso a coltellate, fatto a pezzi e gettato in un fosso. Orrore a Spoleto per il rinvenimento del cadavere di un 21enne del Bangladesh, Bala Sagor, detto «Obi», aiuto cuoco in un ristorante della cittadina, ospite da due anni in un centro di accoglienza. Scomparso il 18 settembre, ritrovato la sera del 22 in un sacco nero sotto la sua bici elettrica tra un parco giochi e la ferrovia, nel quartiere Casette.
Quando i carabinieri, allertati da un residente di via Primo Maggio, aprono il sacco non credono a ciò che vedono. Della vittima solo il tronco senza braccia, gambe e testa. Ieri mattina, durante le ricerche degli arti mancanti, i forestali trovano a poca distanza un altro sacco. Top secret sul suo contenuto. «L'intera zona è stata posta sotto sequestro per procedere con le ricerche e i rilievi», chiosano gli inquirenti.
Un appuntamento con la morte, quello che Obi aveva con il suo assassino. Il giovane, secondo gli operatori del centro assistenza, esce alle ore 11 di giovedì per andare, come sempre, a lavorare. Quella è l'ultima volta che lo vedono vivo. Al ristorante non si presenta e alla sera scattano le prime ricerche con gli appelli sui social. Il suo cellulare è spento, la bici scomparsa nel nulla. I familiari, i genitori e un fratello che vivono a Roma, denunciano la scomparsa il 20, passate le 48 ore canoniche per far scattare l'allarme. Di Obi si perdono le tracce. Chi doveva incontrare? Soprattutto, perché il suo carnefice ha infierito con decine di coltellate sul suo corpo, per poi sbarazzarsene smembrandolo?
La Procura di Perugia ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio volontario, vilipendio e occultamento di cadavere. I carabinieri di Spoleto, con i colleghi del reparto scientifico di Perugia, sono al lavoro per individuare elementi utili e arrivare al killer. A cominciare dalle telecamere dell'abitazione prossima al ritrovamento che avrebbero registrato l'arrivo dell'omicida con quello che restava di Obi. Secondo una prima ipotesi il 21enne sarebbe stato ucciso altrove, poi riportato sul luogo dell'appuntamento. Dove, tra l'altro, era stata abbandonata la bicicletta.
«Mio marito si è accorto proprio di quella bici costosa buttata a terra. Ha pensato fosse rubata e ha chiamato il 112», spiega la donna che vive a pochi metri da lì. Il tronco di Obi era avvolto in un telo di plastica a sua volta chiuso nel sacco, probabilmente per non far uscire il sangue. Secondo la perizia medico legale il giovane è stato ucciso con numerosi colpi inferti con una lama affilata. Poi smembrato con un'accetta o una sega.
La data della morte coinciderebbe con il giorno della scomparsa anche se sarà l'esame autoptico, disposto nei prossimi giorni, a stabilirlo con precisione. La popolazione adesso è sotto choc. A preoccupare, la presenza di un feroce assassino, un «mostro» capace di uccidere e sezionare i corpi.