Cronaca nera

Strage di Erba, il procuratore: “Prove incontestabili e accuse ingiustificabili

Il procuratore di Como Massimo Astori ribatte sulle accuse ricevute nell'ambito delle indagini e dei tre gradi di giudizio sulla strage di Erba

Strage di Erba, il procuratore: “Prove incontestabili e accuse ingiustificabili”
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Tre gradi di giudizio, prove incontestabili e lavoro impeccabile di pm e forze dell’ordine. Sono questi i concetti con cui il procuratore di Como Massimo Astori rimanda al mittente le “accuse ingiustificabili” in merito all’indagine e i processi sulla strage di Erba.

Le accuse sono rappresentate dalle basi di ciò che ha costituito la richiesta di revisione del processo depositata a metà aprile 2023 dal sostituto pg Cuno Tarfusser: non c’è soltanto l’ipotesi di una nuova pista con una testimonianza inedita, ma anche elementi che, secondo la difesa di Rosa Bazzi e Olindo Romano, destano perplessità sulla colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio.

Le parole del procuratore di Como

Il procuratore Astori ha quindi diramato un comunicato in cui rievoca l’operato relativo alla strage di Erba: “Senza giustificazione alcuna a distanza di 16 anni, espressioni del pg contengono accuse di condotte abusive e illegittime se non di veri e propri reati a carico di magistrati della procura di Como”. E ribadisce la certezza della sentenza d'ergastolo: “La responsabilità di Rosa Bazzi e Olindo Romano è stata affermata nei tre gradi di giudizio. I giudici hanno espresso valutazioni ampiamente positive delle prove raccolte dalla pubblica accusa e hanno accolto integralmente nei tre gradi di giudizio le richieste dei rappresentanti dell'ufficio del Pm. La lettura delle corpose e approfondite sentenze che hanno motivato la condanna all'ergastolo di entrambi gli imputati, atto imprescindibile e doveroso per chiunque intenda formulare pubblicamente osservazioni, non lascia spazio a perplessità”.

Astori parla quindi nel suo comunicato di “prove incontestabili” e di come le fasi processuali si siano “svolte nel pieno rispetto delle garanzie processuali e con la costante partecipazione della difesa”. Ad attestarlo inoltre contribuirebbero non solo tre gradi di giudizio e due giudizi incidentali, ma anche il fatto che le istanze su eventuali nuove indagini o la revisione del processo siano finora state respinte. “Le confessioni - si legge ancora nel comunicato - sono state dettagliate sino alla descrizione di ogni minimo e più atroce particolare e accompagnate a ulteriori prove emerse. [Le confessioni] sono state seguite, nei mesi successivi, da ulteriori dichiarazioni confessorie a più interlocutori e persino da appunti manoscritti. […] La ritrattazione è stata frutto di un cambio di strategia processuale”. Astori evidenzia la libertà da parte della difesa di proporre nuove istanze, ma al tempo stesso si dice sorpreso “che la proposta di revisione, frutto dell'iniziativa individuale di un sostituto procuratore generale della Procura generale presso la Corte D'Appello di Milano sia stata rapidamente ed integralmente divulgata prima della sua trasmissione all'Autorità competente”.

Il procuratore infine lamenta l’utilizzo da parte del pg di espressioni particolari, ovvero “uso pesante di fonti di prova come grimaldelli per convincere i fermati a confessare” e “manipolazioni da parte dei Carabinieri”. Secondo il procuratore si tratterebbe di espressioni che “contengono accuse di condotte abusive e illegittime, se non veri e propri reati, a carico di magistrati, senza giustificazione alcuna. La procura di Como in questi 16 anni si è consegnata a un doveroso quanto rigoroso silenzio, guidata dal rispetto della legge, delle parti processuali e degli stessi condannati. La procura auspica che altrettanto rispetto sia adottato, nelle forme e nei contenuti, da tutti coloro che si accostano a questa drammatica vicenda, al cui fondo rimane il profondo dolore di chi ne è stato colpito. Tutelerà comunque, nelle sedi e con le forme opportune, l'immagine dell'ufficio, a difesa dei singoli magistrati e della loro correttezza professionale”.

Le nuove prove e la richiesta di revisione

La richiesta di revisione è supportata dal fatto che la difesa di Romano e Bazzi punta sulla testimonianza di un uomo mai sentito nei processi precedenti, ovvero Abdi Kais. Stando all’ipotesi formulata dalla difesa, si potrebbe tornare a indagare allargando l’inchiesta alla piazza di spaccio di Erba. In altre parole, l’interrogativo è: una vendetta trasversale connessa allo spaccio è possibile sia legata alla mattanza in cui sono stati uccisi Raffaella Castagna, la madre Paola Galli, il figlio Youssef Marzouz, la vicina di casa Valeria Cherubini, ed è stato ferito il marito di quest’ultima Mario Frigerio?

Secondo la difesa di Romano e Bazzi inoltre non c’è corrispondenza documentale per una macchiolina di sangue trovata nel battitacco dell’auto della coppia, si sollevano perplessità tra il primo identikit fornito da Frigerio e i colloqui avuti successivamente dal superstite con i carabinieri, le presunte conseguenze che il monossido di carbonio avrebbe avuto sulla salute di Frigerio e le confessioni della coppia condannata.

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