
Prelievi di Dna a tappeto nel centro di accoglienza di San Zenone al Lambro, dove nella notte tra sabato e domenica una 18enne è stata stuprata nei pressi della stazione ferroviaria. Quasi duecento migranti ospitati nella “Casa Papa Francesco” sono stati sottoposti alla raccolta di profili genetici: nessuno si sarebbe opposto. Come riportato da alcuni quotidiani i tamponi saranno analizzati dagli esperti del Ris di Parma e i risultati verranno poi confrontati con la traccia di Dna lasciata dallo stupratore.
I militari della compagnia di San Donati sono arrivati al centro di accoglienza nel tardo pomeriggio di mercoledì su indicazione del pubblico ministero Martina Parisi della Procura di Lodi, che sta coordinando le indagini. Secondo quanto ricostruito, nei registri della struttura – situata a cinquecento metri in linea d’aria dal luogo della violenza – risultavano presenti gli stessi ospiti che erano registrati già la scorsa settimana.
Gli investigatori hanno acquisito le immagini delle telecamere pubbliche che sorvegliano le strade nei pressi della stazione ferroviaria, anche se nessuna inquadra l’area in cui è avvenuta la violenza. Verifiche anche sulle celle telefoniche. La vittima ha descritto un uomo di carnagione scura con i capelli ricci e la speranza è quella di individuare quantomeno il percorso di avvicinamento o di fuga dal luogo dello stupro.
L’incubo della diciottenne è iniziato verso le 23 di sabato sera. Dopo aver trascorso la serata con la sorella, stava rientrando a casa da sola.
Una volta giunta in prossimità della stazione, è stata trascinata in un’area verde dove è stata immobilizzata, picchiata e stuprata per circa un’ora. La vittima ha chiamato in lacrime il 112 ed è stata portata al centro antiviolenze della Mangiagalli dove le è stato prestato soccorso e sono stati refertati i segni dell'aggressione, compresi lividi ed escoriazioni.