"Su De Maria decisione del giudice, va fatta luce". Caso al vaglio del ministro Nordio

Il sottosegretario Delmastro sul permesso di lavoro concesso a Emanuele De Maria: "Non spettava al Dap". Il ministero della Giustizia sta approfondendo il dossier

"Su De Maria decisione del giudice, va fatta luce". Caso al vaglio del ministro Nordio
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Gli ambienti investigativi di Milano sono impegnati da tre giorni nel caso di Emanuele De Maria, morto suicida lanciandosi dalle terrazze del Duomo, per le quali aveva acquistato il biglietto nella tarda mattinata di sabato, qualche ora dopo aver accoltellato il collega davanti all'hotel. Era agli arresti nel carcere di Bollate a Milano per aver ucciso una donna in un hotel dismesso nel 2016: era stato arrestato nel 20 18 dopo una fuga all'estero e per buona condotta gli era stato concesso di lavorare all'esterno del carcere in un albergo di Milano. Mentre carabinieri e procura sono al lavoro per risolvere il caso, sono tante le domande a cui è difficile dare una risposta a fronte delle tragedie procurate da un uomo che aveva già ucciso in passato. In poche ore ha accoltellato un uomo di 51 anni ed è sospettato di aver ucciso una donna, Chamila Wijesuriya, prima di suicidarsi. Lavoravano tutti nello stesso albergo.

"Non spetta al Dap concedere il permesso di lavorare all'esterno del carcere e dunque sulla vicenda De Maria l'amministrazione penitenziaria non c'entra nulla e non può avere responsabilità. È la magistratura, con il giudice che ha deciso per la sua scarcerazione, ad aver fatto una scelta", ha dichiarato il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro. "Credo bisogni chiedere dunque a quest'ultima. È evidente che si debba fare luce su cosa è successo, ma è prematuro dire qualunque cosa adesso. Non so se la decisione della scarcerazione sia corretta o meno, vedremo. Ma di sicuro non l'ha presa il Dap", è la chiusura netta del sottosegretario che spegne le polemiche stanno iniziando ad accendersi sul caso.

"Cercheremo capire come sia potuto accadere che venisse giudicato, evidentemente, non pericoloso socialmente", ha detto ancora il sottosegretario all'Adnkronos. Intanto al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è già arrivato il fascicolo sul caso ed è a lavoro per approfondire quanto accaduto. Per il legale di De Maria, l'avvocato Daniele Umberto Tropea, "è un fatto completamente inimmaginabile, non aveva mai dato alcun segno di squilibrio e si trovava in regime di lavoro all'esterno sia per il comportamento modello tenuto in carcere quanto per il percorso di consapevolezza mostrato sul reato commesso".

Intanto anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, si è unito al coro di chi chiede risposte: "È difficile da spiegare ai cittadini di come, dopo un omicidio, la condanna sia di 14 anni e dopo non molti anni il condannato possa uscire. Sono le leggi però, per cui non saprei neanche che commento fare. Certamente è una faccenda molto cruenta".

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