Cronaca nera

"Il cane sta male". Così Yana è caduta nella trappola dell'ex

Dumitru Stratan, il presunto assassino di Yana Malayko, aveva chiesto alla ex di poterle portare il cane a casa. La confessione del delitto alla sorella: "L'ho uccisa perché lei ha ucciso me"

"Il cane sta male". Così Yana è caduta nella trappola dell'ex fidanzato
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"L'ho ammazzata perché lei ha ucciso me". Sarebbe questo il contenuto della confessione che Dumitru Stratan, il presunto assassino di Yana Malayko, ha affidato alla sorella Cristina nelle ore successive al delitto. Giovedì scorso, avrebbe chiesto alla ex fidanzata di poterla raggiungere a casa perché il cane che avevano adottato, quando facevano ancora coppia, "stava male". Quindi, si è recato a casa della ragazza dove, secondo gli inquirenti, si sarebbe consumato l'omicidio. Fatto sta che il cadavere non è stato ancora ritrovato: forse, ma è solo un'ipotesi, il 34enne potrebbe essersene disfatto con l'aiuto di un complice.

La trappola dell'ex

Stando a quanto apprende il Corriere della Sera, che ha visionato le "carte" dell'inchiesta, Yana aveva voltato pagina. Frequentava un ragazzo - pare della stessa compagnia di Dumitru - e, proprio lo scorso giovedì sera, erano usciti a cena insieme. Attorno alla mezzanotte, Stratan avrebbe cominciato a tempestare di sms l'ex fidanzata, salvo poi chiederle se poteva affidarle il cane, di nome Buka, che avevano adottato insieme, al tempo della convivenza. Nonostante qualche iniziale tentennamento, Yana aveva accettato di incontrarlo. Rientrata a casa, nel condominio sopra il bar "Evene Coffee", Cristina l'aveva informata che la telecamera di accesso all'abitazione era stata disattivata, circostanza che avrebbe ulteriormente messo in allerta la giovane. Il nuovo compagno si era fermato con l'auto sotto la palazzina ma poi lei lo aveva rassicurato che non c'era motivo di preoccuparsi. Successivamente gli aveva inviato anche un messaggio: "Cerca di dormire tesoro". L'ultimo saluto prima dell'arrivo di Dumitru.

La ricostruzione della Procura

Secondo gli investigatori, l'omicidio sarebbe avvenuto tra le 2 e le 5.30 di venerdì. Il 34enne moldavo ha raggiunto la ex nel suo appartamento e l'avrebbe aggredita con un coltello (nella casa sono state trovate macchie di sangue sia sul materasso che su una maniglia). Quindi avrebbe infilato il cadavere in un sacco della spazzatura con l'intenzione di disfarsene. Alle ore 5.13, le telecamere di sorveglianza lo hanno ripreso mentre si affacciava guardino dall'ascensore. Poco dopo, un'altra telecamera lo ha immortalato mentre caricava a bordo dell'auto - non con poca fatica - il grosso involucro. Successivamente si è diretto verso la periferia di Castiglione delle Stiviere dove, forse, con l'aiuto di un complice, potrebbe aver occultato il corpo senza vita della ragazza. Alle undici di venerdì, allertata dagli sms del fratello, Cristina lo aveva raggiunto a casa: "Ho chiesto dove fosse Yana". E lui: "L'ho mandata via, troppo comodo così".

Poi la presunta confessione: "L'ho uccisa perché lei ha ucciso me".

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