Cronaca nera

"Troverò chi è stato". Sulla morte di Lilly l'ombra del movente economico

Claudio Sterpin continua a rigettare l'ipotesi che Liliana Resinovich possa essersi suicidata: vuole cercare il suo presunto assassino

Screen "Quarto grado"
Screen "Quarto grado"
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I ricorsi all’archiviazione per il caso di Liliana Resinovich sono stati depositati. Sia il fratello che il marito si oppongono all’ipotesi di suicidio abbracciata dalla procura di Trieste e hanno presentato la documentazione affinché le indagini proseguano. Il tempo dirà se le opposizioni saranno accolte oppure no.

Lilly scomparve da Trieste il 14 dicembre 2021, venendo ritrovata cadavere il 5 gennaio 2022 nel boschetto nei pressi dell’ex ospedale psichiatrico cittadino. Sul suo caso la procura è stata da sempre orientata sull’ipotesi suicidiaria, ma aveva comunque aperto un altro fascicolo per sequestro di persona. Tanti dubbi restano, il giallo di Liliana appare attualmente senza risposte su molti fronti.

Claudio non ci sta

Claudio Sterpin, sedicente amante della donna, soffierà tra poco su 84 candeline ed è fortemente amareggiato, perché ritiene si tratti di un omicidio. “Faccio il compleanno ed è il secondo senza Lilly - ha dichiarato al telefono con Quarto Grado - A causa di qualcuno che se l’è portata via e non avrò pace fin quando non lo trovo. Dovevo festeggiare con lei e con tutti i parenti miei e suoi obiettivamente, saremmo andati da qualche parte. Non si può dire come o cosa adesso ormai, è una cosa purtroppo che è solo uno sfregio parlarne. Il giorno dopo che sputo in faccia a chi l’ha eliminata, i colpevoli… Perché non può essere uno solo. Posso crepare, che non mi interessa un piffero di questa vita”.

L’uomo afferma inoltre, dopo aver visionato le immagini delle telecamere di videosorveglianza che hanno ripreso la donna nel giorno della scomparsa, di non credere che si tratti di lei, in particolare nel punto in cui la si vedrebbe nell’atto di gettare la differenziata. Claudio spiega infatti che proprio nei pressi della casa della donna sarebbero presenti diversi cassonetti, per cui Lilly non avrebbe avuto motivo per fare tutta quella strada con i sacchi della differenziata in mano. Il marito Sebastiano Visintin invece, presente in studio, conferma di riconoscerla nei filmati. Precedentemente, il fratello Sergio Resinovich aveva detto di non averla riconosciuta nelle riprese di piazzale Gioberti, che tra l’altro sono molto sgranate.

Il movente economico

Quarto Grado riprende le fila di una questione analizzata all’inizio del caso: e se Lilly fosse davvero stata uccisa per un movente economico? È una tematica affrontata in passato dai parenti della donna: la cugina Silvia aveva affermato che Sebastiano, poco tempo dopo la scomparsa, avrebbe fatto riferimento al tempo di attesa per morte presunta per ottenere la pensione di reversibilità. Laura, un’amica della coppia, aveva invece raccontato che Sebastiano, in quegli stessi giorni, le avrebbe chiesto di tenere per lui in cassaforte 20mila euro. Il fratello Sergio ha invece spiegato che Liliana, l’estate prima, le avrebbe detto di tenere i dati bancari dietro un quadro, nel caso fosse accaduto qualcosa.

Un fatto è che la pensione di Lilly ammontava a oltre 1800 euro al mese, mentre il conto in banca della donna ne raccoglieva 50mila: Sebastiano ha chiarito che Liliana stesse risparmiando per acquistare la casa in cui era vissuta la madre, e ha smentito di avere mire nei confronti dei beni della moglie: “Sono sempre stato autosufficiente, basti pensare a questi 15 mesi che sto vivendo da solo, pago gli affitti, pago tutto quanto”.

Qualsiasi ipotesi di movente possa però interessare un presunto omicidio, c’è un altro fatto: Sebastiano aveva un alibi di ferro nel giorno della scomparsa di Lilly.

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