Uccidiamo i nostri figli con l'indifferenza

Considerazioni dopo il duplice infanticidio di Traversetolo

Uccidiamo i nostri figli con l'indifferenza

Gentile Direttore Feltri,
non mi capacito di come una giovane donna di soli 22 anni, definita brava ragazza, ragazza modello, abbia potuto agire con tanta freddezza e senza tradire alcuna emozione portando a termine ben due gravidanze nel giro di due annetti, affrontando due parti da sola, due post-partum, periodo in cui la neomamma, a causa degli scombussolamenti ormonali, rischia di scivolare nella depressione, e compiere due infanticidi con relativo occultamento dei cadaveri. Questa donna è un robot? E noi adulti com'è che non ci siamo accorti di niente? Siamo diventati ciechi? Chiara è stata troppo abile o siamo stati noi troppo stupidi? Da giorni rifletto su questa storia e non mi rassegno: qualche elemento manca, insomma io non riesco a accettare che tutto quello che è accaduto possa accadere senza che la comunità che gira intorno ad una persona, genitori inclusi, si renda conto dello stato d'animo e anche dello stato fisico di un individuo.
Laura Valente

Cara Laura,
forse gli esseri umani non vedono soltanto quello che non intendono vedere, ovvero quello che rifiutano. Vedere, del resto, è divenire consapevoli e questo implica l'obbligo di dovere affrontare una situazione alla quale non ci si sente preparati o una verità difficile da accogliere. Questa verità era sotto gli occhi di tutti quotidianamente: Chiara Petrolini, babysitter, commessa, studentessa, figlia perfetta, era incinta e il suo corpo, come accade a chiunque, si modificava di giorno in giorno, la pancia cresceva, il seno si gonfiava, i sintomi fisici si palesavano con prepotenza. Eppure le amiche, gli amici, il fidanzato, i genitori, i parenti tutti sostengono di non essersi accorti di nulla. Stento a crederlo, però ci sto, va bene, ok, non mettiamo in discussione allora la loro parola, ovvero il fatto che fossero tutti ignari delle due gravidanze. Diamo per pacifico altresì che questa studentessa universitaria abbia partorito da sola e senza fare il minimo rumore, che abbia affrontato con freddezza quel momento, le cui complicazioni possono essere mortali sia per il bambino che per la madre, che poi abbia ripulito tutto, cancellato ogni traccia di sangue, di placenta, per giungere all'orario di cena o di pranzo e sedere a tavola sorridente e placida insieme ai familiari, mentre il neonato giaceva morto, probabilmente ucciso da lei stessa, nell'armadio o forse nel cassetto del comodino o sotto il letto, in attesa di essere seppellito in giardino, all'interno di una buca, in prossimità del punto dove pochi mesi prima è stato sotterrato il fratellino. Sopraggiungono però altri quesiti: ma questo bambino non piangeva? Non ha pianto quando è stato dato alla luce? Non il primo né il secondo bambino. Ricordiamolo, le operazioni che descrivo sono state eseguite da Chiara non una volta sola ma per ben due volte. Qualsiasi individuo, tanto più se giovanissimo come Chiara, ne avrebbe riportato traumi, ne sarebbe uscito psicologicamente distrutto, mentalmente annientato, ma pare che questa ragazza risultasse normale e serena ad amici e congiunti, persino il giorno medesimo del parto, così come il giorno seguente e quello successivo ancora, quando Chiara è partita per le vacanze, non senza prima essersi sbarazzata del secondo figlio, il cui parto ella si è probabilmente autoindotta allo scopo di viaggiare con il ventre libero e non correre il rischio di dovere partorire in volo, sull'Atlantico, tra l'Italia e New York. Anche io, come te, mi pongo alcune domande: è solamente Chiara il mostro o lo siamo anche noi, noi che non vogliamo vedere almeno finché un cane non dissotterra un cadavere in giardino e ce lo mostra? A quel punto ci tocca di farlo, di aprire gli occhi, accorgendoci che la verità è sempre stata sotto il nostro sguardo.

Mi sono anche chiesto se non ci sia stato da parte di Chiara una sorta di malato piacere nel realizzare tutto questo. Insomma, a 22 anni sai come evitare una gravidanza, soprattutto se ci sei già passata, non si può dire che la ragazza non sapesse come vengono concepiti e messi al mondo i bambini. Se non ricorri agli strumenti anticoncezionali, che puoi acquistare facilmente ovunque, e ti ricapita, per di più dopo che ne hai appena avuta e conclusa una indesiderata il cui epilogo è stato l'uccisione di tuo figlio, e ripeti tutto dall'inizio, senza scegliere di abortire quando e come la legge lo prevede e lo consente, allora forse c'è una specie di compulsività a ripetere le medesime azioni criminali, una specie di godimento perverso nel farlo, una ripetitività allarmante.

Ma se Chiara è assassina per ben due volte dei suoi stessi figli, noi siamo ciechi per ben due volte davanti alla realtà. E ora si cerca di capire. Capire cosa? Cosa diavolo capire?

Capire che viviamo in un mondo disumanizzato, dove le emozioni sono annientate, così

l'essere umano, anche a causa della tecnologia, della virtualità dominante, che ci fa tenere la testa chinata sullo smartphone giorno e notte e non sui nostri figli. Li ignoriamo. Li abortiamo. Li ammazziamo. Con l'indifferenza.

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