Vigilessa uccisa, il gip concede i domiciliari al killer: "Era sotto stress"

Giampiero Gualandi uccise la ex collega Sofia Stefani con la pistola d'ordinanza. Per il gip il 63enne può tornare a casa: "Il fatto non può riaccadere".

Vigilessa uccisa, il gip concede i domiciliari al killer: "Era sotto stress"
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Giampiero Gualandi, l'ex comandante della polizia locale di Anzola dell'Emilia che uccise con la pistola d'ordinanza la collega Sofia Stefani, con la quale aveva avuto una relazione extraconiugale, può tornare a casa. Il gip Domenico Truppa ha revocato la misura della custodia cautelare in carcere per il 63enne. L'uomo, accusato di omicidio pluriaggravato, potrà dunque accedere ai domiciliari con il braccialetto elettronico.

Le motivazioni del gip: "Era sotto pressione e stress"

L'omicidio, risalente al 16 maggio scorso, si sarebbe consumato nel contesto "di una relazione extraconiugale ormai satura ed esasperata", si legge nell'ordinanza. Riguardo alla condotta dell'indagato il gip sostiene che "la perdita di autocontrollo è sostenibile in una situazione di pressione emotiva e stress che l'ambiente domestico non esibisce né genera né è pronosticabile che faccia insorgere". Infine, il giudice sottolinea come Gualandi sia un soggetto non più giovane, pienamente radicato nel territorio, con famiglia di riferimento, attività lavorativa consolidata e un percorso professionale ben noto e conosciuto tra i pubblici uffici. Da qui la decisione di concedere i domiciliari al 63enne con l'applicazione del braccialetto elettronico.

I familiari della vigilessa: "Decisione che lascia perplessi"

La procura di Bologna ha già presentato appello contro la decisione del gip, mentre i familiari della vigilessa, assistiti dall'avvocato Andrea Speranzoni, depositeranno una memoria difensiva. "Leggere una motivazione che ipotizza la non ripetibilità di situazioni di pericolo in casa, poiché in ambiente domestico 'pressione e stress' per Gualandi non sarebbero configurabili, mi lascia perplesso come difensore dei familiari della vittima. - ha dichiarato il legale a Il Resto del Carlino - Come ho portato all’attenzione del gip argomenti e fatti che depongono per la sussistenza del pericolo di reiterazione del reato e per le altre esigenze cautelari, così farò mediante una memoria al Riesame, ribadendo e approfondendo quelle che sono state le condotte del Gualandi prima e dopo l’omicidio di Sofia Stefani e la natura sintomatica di importanti snodi dell’indagine preliminare relativi al contesto lavorativo in cui è avvenuto l'omicidio".

L'omicidio

L'omicidio è avvenuto il 16 maggio scorso nell'ufficio di Gualandi. Sofia Stefani, 33 anni, è stata uccisa da un colpo partito dalla pistola di ordinanza dell'ex collega. Il 63enne sostiene che si sia tratto uno sparo accidentale, durante una colluttazione.

La Procura invece contesta all'ex comandante della polizia locale di Anzola dell'Emilia l'omicidio volontario aggravato e ha chiesto il giudizio immediato. Tra i due c'era stata una relazione sentimentale, poi giunta al capolinea.

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