Ultim'ora
Bce: tassi giù al 3%. Stimati risparmi sui mutui per 140 euro l'anno
Ultim'ora
Bce: tassi giù al 3%. Stimati risparmi sui mutui per 140 euro l'anno

"Mi ha soggiogato": chi è Omar Favaro, ex killer di Novi Ligure

Omar Favaro fu una delle due persone condannate per il delitto di Novi Ligure. Disse di essere stato soggiogato da Erika De Nardo, oggi è accusato dalla ex moglie per una vicenda privata

Omar Favaro nel 2011
Omar Favaro nel 2011

Nel delitto di Novi Ligure furono riconosciute come responsabili due persone. Una è Erika De Nardo, figlia e sorella delle vittime, l'altra è Omar Favaro, fidanzato della prima all'epoca dei fatti. Classe 1983, Favaro fu condannato con rito abbreviato a 14 anni di detenzione, a De Nardo ne furono comminati 16, perché i due furono ritenuti "colpevoli dei reati loro ascritti, ritenuti uniti dal vincolo della continuazione, e applicata ad entrambi la diminuente della minore età". Favaro, che durante il processo fornì dichiarazioni particolarmente aderenti alle ricostruzioni degli inquirenti - e a quella che successivamente fu la verità processuale - venne scarcerato nel 2010, grazie a indulto e buona condotta e si trasferì in Toscana per voltare pagina. "Non le porto nemmeno rancore", disse lui parlando di De Nardo al Corriere della Sera poco dopo la fine della sua pena.

Il delitto di Novi Ligure

Omar Favaro ed Erica De Nardo nel 2001
Omar Favaro ed Erica De Nardo nel 2001

Il delitto di Novi Ligure fu una vicenda che scosse fortemente l'opinione pubblica. Il 21 febbraio 2001 Susy Cassini e Gianluca De Nardo, madre e figlio rispettivamente di 42 e 11 anni, vennero massacrati nella loro casa di Novi Ligure. Cassini fu freddata da 40 coltellate, mentre il figlio venne colpito 57 volte mentre era nella doccia.

Omar Favaro, all'anagrafe Mauro, aveva 17 anni all’epoca ed era uno studente. Trascorreva le giornate con Erika De Nardo insieme alla quale si rese responsabile del duplice omicidio. Avrebbe dovuto essere un triplice omicidio, secondo il piano delittuoso iniziale: anche il padre di Erika Francesco De Nardo avrebbe potuto essere una vittima, ma proprio Favaro si disse "troppo stanco per continuare" e quindi i due desistettero.

Inizialmente la giovane diede la colpa a un killer straniero, forse albanese, ma De Nardo e Favaro furono inchiodati da un dialogo ripreso dagli inquirenti a loro insaputa nel corso degli interrogatori. Durante questo dialogo Favaro diede alla fidanzata dell'"assassina". Nella seconda versione di De Nardo, la responsabilità del delitto venne addossata tutta a Favaro, che invece ribatté, riferendosi alla fidanzata: "Mi ha soggiogato".

Successivamente Favaro fornì la propria versione dei fatti agli inquirenti: "Appena si apriva la porta dovevamo colpirli. Lei ha tirato fuori i guanti giallini da cucina e io le ho chiesto: 'Ma perché tu non metti i guanti?' Ha detto: 'Perché io ci abito qui e posso toccare tutto'. Da come me lo aveva spiegato sembrava una cosa semplice […] Sua madre si dibatteva, però lei l'ha colpita, poi l'ha spinta nell'angolo della cucina, e sua madre è riuscita a prendere il coltello. Erika gridava aiuto, anche se sua madre non riusciva a colpirla: 'Aiutami, intervieni'. Io sono intervenuto, ho tolto il coltello a sua madre e lei mi ha morsicato il pollice. Quando l'ho staccata l'ho colpita con due, tre colpi. La madre gridava: 'Erika cosa fai?, Erika ti perdono', ma Erika continuava a colpirla gridando: 'Muori, muori’. Le coltellate che mi ricordo saranno state venti, venticinque. Io ne ho date due o tre. Nel fianco, dalla pancia della signora usciva molto sangue".

Quando fu condannato in primo grado (con giudizio confermato in appello e in Cassazione), il gup dispose per Favaro "che i Servizi minorili dell’Amministrazione della Giustizia e gli operatori che seguono il giovane nell'ambito dell'Istituto per minori Ferrante Aporti di Torino, proseguano nel lavoro di sostegno ed orientamento nei confronti di Omar, che dovrà, inoltre, essere aiutato ad elaborare i vissuti legati ai delitti commessi ed alla conseguente vicenda giudiziaria".

Nell'ottobre 2011, quando Omar Favaro aveva finito di scontare la sua pena, fece grande scalpore la sua scelta di recarsi in visita alle tombe di Susy Cassini e Gianluca De Nardo al cimitero di Novi Ligure. All'epoca si disse che fosse andato a chiedere perdono, tra l'altro con cappello e occhiali scuri per essere discreto. Sempre nel 2011 fu intervistato da Matrix, raccontando di se: "Oggi io non sono più quel ragazzo. Ora so cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ho lavorato molto su me stesso e chiedo la possibilità di tornare a vivere, ma temo il pregiudizio".

"Voglio solo vedere mia figlia"

L'avvocato Lorenzo Repetti
L'avvocato Lorenzo Repetti

Nel 2023 si è tornati a parlare di Favaro per via di alcune accuse ricevute dall'ex moglie, che si è rivolta agli inquirenti denunciando maltrattamenti e abusi sessuali. "Questa vicenda non c'entra assolutamente nulla con i fatti accaduti quando il signor Favaro era adolescente - ha chiarito il suo legale Lorenzo Repetti a IlGiornale.it - Le dirò di più: è stata strumentalizzata. Quasi a voler dimostrare a tutti costi che le accuse che vengono rivolte a Omar dalla ex moglie debbano essere vere a prescindere. Ma, lo ribadisco, questa è una faccenda privata e non c'è nulla di vero nelle accuse che vengono rivolte a Omar".

Il 40enne Omar Favaro era stato accusato dall'ex moglie di maltrattamenti, minacce e abusi sessuali. Il Tribunale del Riesame di Torino ha stabilito che all'uomo non debba essere applicata nessuna misura restrittiva. "È successo - aveva proseguito Repetti - che nell'ambito di una separazione giudiziale dove entrambi i coniugi chiedono l'affidamento della figlia minore nascono delle accuse di maltrattamenti - addirittura di rapporti intimi non consenzienti - da parte dell' ex moglie contro Omar. Accuse che, secondo noi, non solo sono calunniose ma anche strumentali a ottenere una posizione di favore per ottenere l'affidamento della figlia minore.

Tutto ciò tenendo conto che c'è una consulenza tecnica d'ufficio che ha stabilito che entrambi gli ex coniugi hanno capacità genitoriale e che la bambina non può essere affidata in via esclusiva né all'uno né all'altro". Il legale ricorda che Favaro non vedrebbe la figlia da gennaio 2023, e che avrebbe rimarcato: "Non ho fatto niente e voglio solo tornare a vedere mia figlia".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica