Dal 2019 treni liberi in Europa

La commissione europea ha varato il nuovo pacchetto di regole teso a disegnare il futuro dei treni europei

Dal 2019 treni liberi in Europa

Qualcuno ricorderà il collegamento Roma-Albenga di Air One: volava vuoto, unico cliente l’allora ministro Scajola. Altri ricorderanno le maliziose congetture che fiorirono al ripristino del volo Linate-Trieste, voluto dall’allora presidente delle Generali Cesare Geronzi. Ieri l’ad delle Fs, Mauro Moretti, ha seminato «retropensieri» sul fatto che Italo-Ntv, il concorrente del Frecciarossa nell’Alta velocità, arrivi fino a Trieste, osservando che le Generali sono azioniste al 15% di Ntv («Che coerenza ha con la loro missione? E’ un mistero divino!»). Italo insomma - secondo Moretti - arriva a Trieste per lo stesso motivo per cui va ad Ancona: «Perchè Della Valle sta lì». Questi spilli da conflitto d’interessi gli hanno fatto aggiungere con tono vagamente minaccioso: «Noi siamo suoi clienti, paghiamo 70 milioni di euro di premi alle Generali». Che sembra un invito a stare fuori dalle faccende ferroviarie: «Inizierebbe a non essere più un buon operatore con noi».

Beghe italiane a parte, la notizia ferroviaria di ieri arriva da Bruxelles. La commissione europea ha varato il nuovo pacchetto di regole teso a disegnare il futuro dei treni europei. Tre i grandi capitoli. Primo: dal 2019 i binari europei saranno completamente liberalizzati; tutti gli operatori - grandi, piccoli, pubblici, privati - potranno svolgere la propria attività in ogni Paese dell’Unione. Secondo: dovrà essere istituita un’Autorità a livello europeo che vigili sul mercato e sull’applicazione delle regole. Terzo: infrastruttura e trasporto (ovvero, binari e treni) dovranno dallo stesso anno essere separate. Il punto controverso è proprio il terzo: quel «dovranno» per alcuni significa «potranno», cioè si tratterà di una decisione non obbligatoria.

Oggi tale separazione esiste in Gran Bretagna e in Francia, ma questi Paesi - sottolinea Moretti nella sua veste di presidente della Comunità ferroviaria europea - vogliono tornare indietro. In Germania è ancora tutt’uno, in Italia la separazione societaria è avvenuta, Rfi e Trenitalia sono società autonome, ma appartengono entrambe alla holding Fs. Secondo Moretti la separazione costerebbe tra i 6 e i 15 miliardi, perchè se binari, segnalamento, treni, stazioni appartengono a un’unica «famiglia» possono godere di sinergie ed essere più efficienti.

L’importante - è la tesi di Moretti, che ha scritto una lettera in tal senso al commissario Ue Slim Kallas - è che le regole siano chiare e che ci sia un’Autorità che vigili. Lo stesso Kallas ha stimato ieri i vantaggi complessivi della liberalizzazione: 40 miliardi di euro di risparmi per operatori e passeggeri tra il 2019 e il 2035.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica