Il 96% dei turisti "incantato" da Roma ma tre su quattro la bocciano per i trasporti

Il 95,5% dei turisti che hanno visitato Roma è rimasto «incantato» dalla città eterna e il 67,3% di coloro che l’hanno visitata negli ultimi tre anni consiglierebbe a un amico di visitarla.

Il 96% dei turisti "incantato" da Roma ma tre su quattro la bocciano per i trasporti

Il 95,5% dei turisti che hanno visitato Roma è rimasto «incantato» dalla città eterna e il 67,3% di coloro che l’hanno visitata negli ultimi tre anni consiglierebbe a un amico di visitarla. Bocciati però, in particolare da italiani e francesi, i trasporti pubblici e l’organizzazione dei luoghi d’interesse come i musei e la chiarezza delle informazioni a questi relative. Questa la «pagella» dei turisti fotografata dall’indagine sul Giubileo 2015 presentata da Confcommercio Roma effettuata fra il 18 e il 24 novembre 2015 su un campione di 400 «cittadini temporanei» italiani e stranieri (inglesi, francesi e tedeschi) con età che va dai 18 a oltre 64 anni. In particolare, quasi tre turisti su quattro ritengono che i collegamenti e il trasporto di Roma potrebbero essere migliorati: per l’83,6% sulla frequenza, per il 78,7% sulla facilità d’uso. Sui luoghi pubblici diinteresse secondo gli intervistati bisognerebbe intervenire sul prezzo(81,2%) e sull’organizzazione ma anche maggiore chiarezza su giorni e orari di apertura (79,6%). Alto per gli intervistati il gradimento dell’offerta museale (65,8%), del la ricchezza delle iniziative culturali (56,8%) e della gente (52%). Particolarmente differenti i giudizi del campione straniero e italiano rispetto alla sicurezza (giudicata ok dal 14% egli italiani e dal 29,3% degli stranieri) e alla pulizia stradale (ok per il 13% degli italiani e il 26,7% degli stranieri) e alla cura e valorizzazione del patrimonio culturale (buone per il 24% degli italiani e per il 56,3% degli stranieri). «Per la prima volta intervistiamo i cittadini temporanei, ovvero i turisti e per la prima volta sentiamo la loro opinione su Roma - ha detto il presidentedi Confcommercio Roma, Rosario Cerra.

Vogliamo diventare la prima attrazione turistica del terzo mondo o vogliamo restare nel primo mondo? L’impostazione che stiamo cercando di dare è chiara: Roma non è una città per turisti ma al tempo stesso neanche per i romani e i temi per entrambi sono gli stessi. Vanno bene i grandi eventi ma non è con questi che costruiremo una città a misura di turista. Possiamo mettere insieme tutta la cultura della nazione,la bellezza, il cibo, lo stile. Cosa ci serve? Non essere più citati nelle barzellette. Noi abbiamo un capitale immaginario nella testa dei turisti mondiali che è stratosferico ma non è infinito soprattutto se continuiamo a svilirne l’immagine. Dobbiamo avere di Roma una visione non turistica, cioè ragionare su Roma in termini di realizzazione delle infrastrutture di mobilità di persone e cose che la renda simile alle altre capitali». Ritornare a visitare la Capitale? Otto turisti su dieci lo faranno e uno su quattro lo farà per il Giubileo straordinario. In particolare, il 58,3% dei turisti ha risposto «sì, ho intenzione di tornarci ma non per il Giubileo, lo farò più avanti», il 24,5% ha intenzione di tornarci proprio in occasione dell’Anno Santo, l’8,8% aveva considerato l’idea di tornarci ma ha rinunciato per il timore di atti terroristici, mentre l’8,5% non ha intenzione di tornare a Roma. L’indagine di Confcommercio mostra anche che gli attentati di Parigi hanno modificato il modo di viaggiare del 60,3% dei turisti che hanno visitato Roma. Il 26,8% di loro non limiterà i suoi viaggi turistici ma frequenterà mete diverse da quelle ritenute a rischio di attacchi terroristici anche in Ue; il 20,8% limiterà i suoi viaggi turistici; il 12,8% non limiterà i suoi viaggi ma frequenterà mete diverse da quelle ritenute a rischio ma solo fuori dall’Europa. Per il 39,8% non cambierà nulla.

«Nei primi dieci giorni dopo gli attacchi terroristici di Parigi abbiamo avuto duemila uomini delle forze dell’ordine in più e la criminalità è calata del 30% - ha detto ancora Cerra - . Allora non sarebbe normale a Roma avere duemila uomini in più a gestire la capitale? Questo non è un problema di Roma ma nazionale».

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