Cronache

"Abbiamo peccato contro la terra. La natura non perdona mai"

L'umanità ha peccato contro la terra, dunque ora è costretta a pagare gli effetti dello sfruttamento. Il pensiero del Papa per l'Earth Day

"Abbiamo peccato contro la terra. La natura non perdona mai"

Avendo peccato contro la natura e quindi contro la terra, adesso l'umanità interi deve fare i conti con le conseguenze dirette del suo comportamento: Papa Francesco ne è certo.

Il messaggio è stato ribadito ieri, durante la ricorrenza mondiale che ricorda a tutti come la terra debba essere tutelata, il cosiddetto Earth Day. Il pensiero del Santo Padre è noto. L'enclica Laudato Sì è piuttosto chiara. E il vescovo di Roma in questi sei anni ha anche sostenuto la causa di Greta Thunberg. Sono molte le volte in cui il pontefice argentino ha pubblicamente espresso la necessità di proteggere l'ambiente. L'"ecologia integrale" è entrata di diritto nella pastorale della Chiesa cattolica. Certo, non tutti i cattolici sono d'accordo sul punto, ma l'atteggiamento di Francesco non è cambiato nel tempo. Anche la pandemia dovuta al Covid-19 è divenuta un'occasione buona per porre un accento sulle istanze ambientaliste. Ieri, poi, non era un anniversario qualunque: l'Earth Day è arrivato alla sua cinquantesima edizione.

Il discorso del Papa è stato ripercorso anche da La Stampa, in un articolo che è stato riportato da Dagospia. Buona parte del ragionamento dell'ex arcivescovo di Buenos Aires ruota attorno al concetto di "perdono": "C’è un detto spagnolo che è molto chiaro – ha dichiarato Jorge Mario Bergoglio – e dice così: Dio perdona sempre, noi uomini perdoniamo alcune volte sì alcune volte no, la natura perdona mai: non perdona, se noi abbiamo deteriorato la terra, la risposta sarà molto brutta". Il modo che abbiamo di rapportarci al globo terrestre, insomma, non è neutrale. Anzi: il conto può essere molto salato, La chiave per il "ripristino" di un situazione accettabile, una che riesca a rendere compatibili le nostre esigenze con quelle della terra, è modificare il modo di pensare: "Intendiamoci: essa - ha proseguito il pontefice argentino, riferendosi alla terra - non è un deposito di risorse da sfruttare. Per noi credenti il mondo naturale è il “Vangelo della Creazione”, che esprime la potenza creatrice di Dio nel plasmare la vita umana e nel far esistere il mondo insieme a quanto contiene per sostenere l’umanità". Quello che abbiamo a disposizione è parte del dono di Dio. E questo è l'assunto da cui bisognerebbe partire, quando si tratta di avere a che fare per esempio con il suolo terrestre e con i suoi frutti.

Una parte del monito è stato riservato alla necessità di interventi posti in essere dai governanti. La politica è chiamata a fare la sua parte. Per quanto ogni singolo cittadino, per il Papa, possa dare il suo "contributo". Anche Greta Thunberg è stata in qualche modo citata: nel corso del parlato, Jorge Mario Bergoglio ha voluto dedicare una riflessione ai movimenti che "si sono formati", tanto quelli "internazionali", quanto quelli "locali". Il Papa apprezza quindi la spinta idealistica che muove giovani generazioni e non durante questa fase storica.

La preghiera contro la pandemia - quella che Papa Francesco ha officiato ad inizio pandemia in una piazza San Pietro isolata ed interessata da un forte diluvio - era già servita a circoscrivere la visione pastorale del gesuita: Bergoglio, in quella circostanza, ha ammonito l'umanità per aver pensato di poter rimanere sana all'interno di un contesto malato, come quello del mondo.

Il virgolettato più esemplificativo dell'udienza generale di ieri, invece, è quello in cui Bergoglio ha detto quanto segue: "Abbiamo peccato contro la terra, contro il nostro prossimo e, in definitiva, contro il Creatore".

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