Cronache

La trascinano nel casolare e la violentano. Catturato uno degli stupratori: è un tunisino

Condannato a 7 anni, 2 mesi e 2 giorni di reclusione, lo straniero era riuscito a far perdere le proprie tracce

La trascinano nel casolare e la violentano. Catturato uno degli stupratori: è un tunisino

Con la complicità di un secondo straniero, la cui identità purtroppo non è ancora nota, aveva trascinato con la forza una giovane veneziana all'interno di un casolare: entrambi abusarono della 23enne, che lottò strenuamente ma invano per difendersi.

I carabinieri del comando compagnia di Padova sono finalmente riusciti a rintracciare ed a far scattare le manette ai polsi di uno dei responsabili, vale a dire il 30enne tunisino Souilah Houcine. Lo straniero, sul quale pendeva un ordine di carcerazione emesso dalla procura della Repubblica di Padova, si trova già dietro le sbarre del carcere, dove dovrà scontare una pena di 7 anni, 2 mesi e 2 giorni a causa della condanna in via definitiva per il reato di rapina in concorso e violenza sessuale.

L'episodio incriminato risale al 25 luglio del 2016, quando Houcine, con la complicità di un secondo straniero, tuttora ricercato, aveva avvicinato una 23enne con la scusa di una sigaretta. La giovane, che in quel momento camminava nei pressi di un B&B, aveva raccontato agli inquirenti di essersi persa per strada alla ricerca del punto di incontro concordato poco prima con un'amica.

Dopo aver ottenuto la sigaretta, i due extracomunitari avevano iniziato a rivolgere pesanti apprezzamenti nei confronti della giovane veneziana, prima di avventarsi su di lei. Afferrata e trascinata con la forza verso un edificio abbandonato, nonostante la strenua resistenza opposta e le grida disperate di aiuto, la vittima era stata stuprata da entrambi gli aguzzini. Per evitare che la ragazza potesse chiedere immediatamente aiuto, inoltre, i due africani le avevano sottratto il telefono cellulare prima di allontanarsi dal posto.

Sotto choc, la giovane era riuscita a raggiungere il bar tra via Orlandini e via del Pescarotto per chiedere aiuto. Sul posto si erano precipitati i carabinieri del nucleo operativo radiomobile, ai quali la 23enne aveva raccontato la terribile vicenda, fornendo inoltre un'accurata descrizione dei responsabili e degli abiti da loro indossati. Giunti sul posto indicato loro, gli uomini dell'Arma erano riusciti ad identificare uno straniero rispondente all'identikit tracciato dalla ragazza la quale, finita in ospedale per ricevere delle cure mediche, aveva confermato che si trattava di uno degli aggressori. Souilah Houcine, considerata la flagranza, era stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto: la custodia cautelare in carcere, tuttavia, si concluse nel novembre del 2016.

Il tribunale di Padova condannò in via definitiva lo straniero nel febbraio del 2019, una decisione confermata anche dalla Corte d'appello di Venezia nel dicembre dello stesso anno. Per evitare di finire dietro le sbarre, il nordafricano sparì, facendo perdere le proprie tracce.

Questo almeno fino al pomeriggio dello scorso martedì 15 settembre, quando, sprovvisto di documenti, è stato condotto in caserma e identificato: risaliti alla condanna a suo carico, i carabinieri lo hanno quindi arrestato e tradotto in carcere.

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