Coronavirus

Via le mascherine: ecco le date da segnare

Ormai tutte le Regioni sono in zona bianca e la campagna vaccinale prosegue la sua corsa

Via le mascherine: ecco le date da segnare

L’addio alle mascherine nei luoghi all’aperto sembra sempre più vicino. Complici l’arrivo del caldo, una campagna vaccinale che, anche se con qualche intoppo qua e là, sembra comunque proseguire, e il fatto che ormai quasi tutte le Regioni siano in zona bianca.

Notizia di ieri, sabato 19 giugno, quella relativa alla richiesta formale del ministro della Salute Roberto Speranza di chiedere un parere al Comitato tecnico scientifico sull’obbligo o meno delle mascherine all’aperto. Gli esperti dovrebbero riunirsi la prossima settimana e la decisione potrebbe arrivare per l’1 o al massimo per lunedì 5 luglio. A dare un’accelerata all’esecutivo anche gli altri Paesi europei che stanno prendendo provvedimenti per abbandonare la protezione individuale. A battere tutti i cugini francesi che, dalla sera alla mattina, hanno annunciato l’addio all’obbligo e verranno seguiti dalla Spagna che si appresta a togliere le tanto odiate mascherine dal 26 giugno. Stessa decisione per Germania, Belgio e Grecia che sono pronte a dire finalmente addio, almeno all’aperto, a uno dei principali simboli della pandemia.

Chiesto il parere al Cts

Già venerdì scorso il premier Mario Draghi, durante la conferenza stampa a seguito del suo ritorno dalla Spagna, aveva annunciato: “Domani chiederò un parere al comitato tecnico scientifico perché ci dica esplicitamente se possiamo togliere la mascherina all’aperto oppure no”. E Speranza il giorno dopo, puntualmente, ha mandato la richiesta ufficiale al Cts“relativamente alle modalità e ai termini della permanenza dell’obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie all’aperto”. Anche se ancora non ci sono date ufficiali, si capisce che la decisione avverrà prossimamente. L’ipotesi è per il primo luglio o al massimo per il 5.

Che questa sia una delle priorità del governo è ormai chiaro. Sicuramente gli esperti si riuniranno la prossima settimana, forse già domani o martedì. Prima è meglio è. Forse però non basterà un solo incontro per decidere cosa consigliare al ministro della Salute. Saranno ore e ore di discussione, tutte basate su un quesito: mascherina all’aperto sì o no? Qualcuno ha ipotizzato la data del primo luglio. Più probabile forse il 5 che coincide con un lunedì, subito dopo il solito monitoraggio settimanale sull’andamento della curva epidemiologica che in teoria dovrebbe confermare ancora una volta la diminuzione di morti e contagi. Anche se un po’ di apprensione arriva dalla diffusione delle varianti, in particolare della Delta, in Italia e oltre i nostri confini. Per poter dire addio alle mascherine si dovrà comunque essere all’aperto in zona bianca e mantenere la distanza di sicurezza di un metro dalle altre persone. In mancanza di questi presupposti la mascherina dovrà tornare a coprirci il volto.

La discussione

Del resto questo tema ha tenuto banco un po’ ovunque nei giorni scorsi, in tv, alla radio, perfino per strada. Con la maggioranza divisa tra coloro che vorrebbero mantenere l’obbligo e quelli che invece l’avrebbero già tolto da giorni. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha ribadito più volte che l’addio “deve avvenire il primo possibile. Non ce la si fa più. Ripeto: se tutta Europa sta dicendo almeno all’aperto di tornare a sorridere e respirare penso che l’Italia dovrebbe fare lo stesso. Ringrazio Draghi per avere chiesto il parere al Cts e spero che arrivi il prima possibile”.

Più cauta invece Mara Carfagna, la ministra del Sud, che a SkyTg24 ha tenuto a precisare: “Parliamo della salute di milioni di cittadini e della necessità dell’economia che deve tornare a crescere. Sono valutazioni e decisioni che verranno prese sulla base di valutazioni scientifiche e la politica si dovrà assumere la responsabilità di attuarle”. A braccetto con il leghista sembra andare Di Maio che su Facebook ha esortato: “Non possiamo perdere altro tempo, è un segnale anche per i turisti che vogliono venire in Italia, dobbiamo essere totalmente attrattivi. Insieme possiamo farcela, perché insieme siamo più forti”.

Al Cts l’ardua sentenza.

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