Cronache

Scatta l'ordine choc: "Ora andate in mare". Cosa è successo a Ceuta

Un passaparola diffuso tra i migranti ha fatto scattare le ondate migratorie che hanno coinvolto l'enclave spagnola di Ceuta. Le autorità marocchine adesso hanno nuovamente chiuso le frontiere

Scatta l'ordine choc: "Ora andate in mare". Cosa è successo a Ceuta

Una voce tra alcuni giovani marocchini che, ben presto, si è trasformato in un passaparola capace di travolgere l'enclave spagnola di Ceuta. Ecco quanto accaduto lungo i confini terrestri tra Spagna e Marocco nella notte tra domenica e lunedì.

Nel giro di poche ore, più di ottomila migranti sono riusciti ad entrare in territorio spagnolo. E questo perché si è rapidamente sparsa la voce su un allentamento dei controlli da parte delle autorità marocchine. Queste ultime, come raccontato da alcuni testimoni ai media locali e come sottolineato sul Corriere della Sera, si sono effettivamente fatte da parte.

Anzi, in alcuni casi hanno materialmente aperto le recinzioni. Una circostanza che ha spinto i migranti a premere lungo i confini. Ma non solo: sfruttando l'effetto sorpresa sulle autorità spagnole, il passaparola ha fatto deviare buona parte dei flussi verso il mare. Oramai le frontiere erano aperte e i controlli diminuiti: “È aperto – era la frase fatta circolare tra molti giovani marocchini – adesso potete andare in mare”.

Così in migliaia si sono tuffati e hanno raggiunto a nuoto Ceuta. La prima ondata di approdi è stata dovuta a centinaia di giovani marocchini, colpiti dalla disoccupazione e dalla crisi del settore turistico post Covid, i quali hanno subito sfruttato l'allentamento dei controlli da parte delle autorità di Rabat.

Successivamente sono arrivati i migranti sub sahariani, stanziati nelle colline circostanti Ceuta in attesa di partire a bordo dei gommoni verso l'Andalusia. Per loro l'occasione era ghiotta: le frontiere aperte hanno voluto significare entrare in Europa senza attraversare il Mediterraneo.

Il comportamento delle autorità marocchine sembrerebbe confermare l'ipotesi di un irrigidimento di Rabat nei confronti della Spagna. E questo perché Madrid ad aprile ha dato ospitalità a Brahim Ghali, leader del Fronte del Polisario e nemico numero uno del Marocco. Lui, accusato anche in Spagna di omicidi e abusi, è ricoverato in una clinica non lontana da Saragozza.

Per il Marocco si è trattato di un affronto, un'intromissione in un affare interno molto delicato. Da qui la pressione sulla Spagna, effettuata a suon di frontiere aperte nella turbolenta enclave di Ceuta. Qui ieri è intervenuto anche il premier spagnolo Sanchez, il quale ha schierato l'esercito. I militari hanno respinto le successive ondate e hanno iniziato a rimandare indietro i migranti irregolari. Sono infatti rimasti in vigore i trattati tra Madrid e Rabat sui respingimenti e i rimpatri. Gli unici che non possono essere rimandati indietro sono i minori, circa 1.500 tra i migranti approdati a Ceuta.

Da un lato l'intervento dell'esercito e, dall'altro, l'intervento della diplomazia che ha quanto meno contribuito a calmare le acque tra i due Paesi. E così adesso la situazione è più tranquilla. Le autorità marocchine sono tornate a presidiare i confini.

Il passaparola adesso dice ben altro: al momento non si può più passare.

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