Cronache

Aita Mari ed Alan Kurdi sotto sequestro amministrativo, protestano le Ong

Le due navi delle due Ong non potranno lasciare per il momento il porto di Palermo, lì dove a metà aprile sono arrivate per effettuare il trasbordo di alcuni migranti su un'unità navale della Tirrenia. E Sea Eye parla di "molestie" da parte del governo italiano

Aita Mari ed Alan Kurdi sotto sequestro amministrativo, protestano le Ong

Alan Kurdi ed Aita Mari per adesso non potranno lasciare il porto di Palermo. Qui le due navi sono arrivate a metà aprile, con a bordo complessivamente 186 migranti trasbordati all’interno dell’unità navale Rubattino, lì dove le persone giunte con i mezzi delle due Ong hanno trascorso il periodo di quarantena.

Nelle scorse ore la Guardia Costiera ha effettuato alcuni controlli all’interno delle due navi, riscontrando irregolarità tali da far scattare il sequestro amministrativo. E questo ha ovviamente provocato le reazioni da parte delle organizzazioni interessate. La Alan Kurdi è usata dall’Ong tedesca Sea Eye, la quale ha anche parlato di “molestie” da parte del governo italiano: “Detenere la nostra nave è una pura molestia per fermare gli sforzi di salvataggio in mare civili, un po’ alla volta – si legge in una nota dell’Ong tedesca – Alan Kurdi, prima dell'ultima missione, era stata in cantiere ed è stata completamente revisionato. L'unico obiettivo di questo blocco è fermarci attivamente dal salvataggio in mare. Invece di proteggere i diritti umani, coloro che lo fanno sono ostacolati in ogni angolo”.

Sea Eye per questo motivo ha chiesto l’intervento del governo di Berlino: “Sea-Eye – continua la nota – è in contatto con le autorità tedesche, che stanno anche cercando di chiarire rapidamente la situazione, ma oggi non hanno confermato l'esistenza di una ragione per l’arresto di Alan Kurdi”.

La Aita Mari è invece battente bandiera spagnola e viene utilizzata dall’Ong basca Salvamento Humanitario Maritimo. Per il momento non sono state registrate reazioni da parte di questa organizzazione, ma la dinamica dell’accaduto appare molto simile a quanto successo sulla Alan Kurdi: “L'ispezione ha evidenziato nell'unità navale battente bandiera spagnola diverse irregolarità di natura tecnica e operativa – si legge in una nota di LaPresse – tali da compromettere non solo la sicurezza degli equipaggi ma anche delle persone che sono state e che potrebbero essere recuperate a bordo, nel corso del servizio di assistenza svolto”.

Per questo quindi la Guardia Costiera ha optato per il provvedimento di fermo: “A causa delle irregolarità riscontrate e fino alla rettifica delle stesse, l'unità sarà sottoposta a fermo amministrativo – fanno ancora sapere dalla Guardia Costiera – Per alcune di esse, sarà necessario l'intervento dello Stato di bandiera che detiene la responsabilità della conformità della nave rispetto alle Convenzioni internazionali e alla legislazione nazionale applicabile in materia di sicurezza della navigazione e tutela ambientale”.

I controlli operati dai militari vengono regolarmente svolti ogni qualvolta che una nave battente bandiera straniera entra in un porto italiano: “Tale attività ispettiva viene svolta nell'ambito dei consueti controlli di sicurezza e di tutela dell'ambiente marino demandati alla Guardia Costiera Italiana sulle unità navali di bandiera straniera – si legge ancora nella nota sopra richiamata – che arrivano nei porti nazionali, per garantire sicurezza degli equipaggi e delle persone trasportate nonché per verificare l'ottemperanza alle norme per la prevenzione degli inquinamenti marini”.

Niente molestie dunque e niente azioni volte a sequestrare navi ed equipaggi: solo controlli di routine che, in questi casi, hanno evidenziato importanti irregolarità.

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