Coronavirus

"Anche in Italia...". Perché il caso Maiorca fa paura

A Maleo, nel Lodigiano, focolaio dopo un rave party non autorizzato, al quale hanno partecipato 700 no mask

"Anche in Italia...". Perché il caso Maiorca fa paura

La notizia del maxi focolaio divampato a Maiorca, l’isola delle Baleari meta vacanziera presa di mira ogni anno da orde di turisti, fa paura anche all’Italia. Sono oltre 850 i giovani risultati positivi e circa 3mila quelli che sono finiti in quarantena. Tutto sarebbe divampato da un concerto reggaeton a Palma e da alcune feste in locali e camere d’albergo, dove probabilmente non erano state mantenute tutte le norme anti-Covid. Il caldo, il clima vacanziero, la scuola appena terminata potrebbero portare a dimenticare le misure di precauzione che, avvertono gli esperti, non si possono mettere da parte. Il rischio è che, con la variante Delta in continua diffusione anche nel nostro Paese, la situazione sfugga di mano e ci porti a richiudere tutto. Maiorca potrebbe non essere l’unico caso isolato di questa estate, ma il primo di una lunga serie.

Maiorca non sarà l'unico caso

Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione microbiologi clinici e membro del comitato tecnico scientifico della Lombardia, intervistato dall'Huffingtonpost, ha sottolineato che, “se non si mantengono le misure di precauzione - che per alcuni sono eccessive, ma per noi sono fondamentali - il risultato sarà questo. Giusto che si giunga a togliere la mascherina di giorno, mantenendo il distanziamento, però non si deve dimenticare che vanno mantenute nei luoghi chiusi e quando ci si trova in assembramento. Maiorca è il risultato di ciò che sapevamo: il virus circola ancora, circola la variante Delta, che sta sostituendo quella inglese, che ha sostituito il ceppo originario. Queste situazioni dobbiamo aspettarcele. Maiorca non sarà l’unico caso, ne usciranno altri”.

La situazione in Italia

Notizia appena arrivata quella di un rave party non autorizzato a Maleo, nel lodigiano, dove hanno partecipato circa 700 no Mask, che ha dato vita a un focolaio, con contagi anche di variante Delta. Come non ricordare del resto quello che era avvenuto lo scorso anno, verso ferragosto, in Sardegna? Vero che quest’anno abbiamo i vaccini, ma anche più varianti del virus. E se la maggior parte di queste non fanno particolare paura, da temere è quella indiana, anche chiamata variante Delta e variante Delta plus. Tutti gli esperti non finiranno mai di dirci che l’importante adesso è vaccinarsi, e completare l’intero iter vaccinale con due dosi, meglio ancora se prima di andare in ferie.

Anche Sergio Abrignani, immunologo e membro del Comitato tecnico scientifico, ospite di Maria Latella al Caffè della domenica su Radio 24, ha ribadito lo stesso concetto ascoltato da più parti negli ultimi giorni: "Siamo certi che la variante Delta diventerà prevalente, occorre monitorarla continuare a vaccinarci così diventerà come un'influenza". Il professore ha poi aggiunto che“ci si può ammalare anche se si è stati vaccinati ma le conseguenze sono lievi proprio come l'influenza che ogni anno fa milioni di infezioni e circa 3mila morti in Italia. Dobbiamo addomesticare il virus con cui conviveremo nei prossimi decenni".

I sintomi

Del resto, la variante Delta è subdola, sia per il fatto che si diffonde più rapidamente rispetto alle altre conosciute, sia perché ha sintomi leggermente diversi dalle precedenti. Per esempio, il fatto che non porti alla perdita dell’olfatto la rende più difficile da individuare. I sintomi che conosciamo finora relativi alla variante Delta sono raffreddore, naso che cola, mal di gola, mal di testa e febbre, tosse e molto raramente anosmia, ovvero la perdita di olfatto.

Da domani, lunedì 28 giugno, tutta l’Italia sarà colorata di bianco con però una spada di Damocle sulla testa: l’incognita della variante Delta, che sta tenendo sulle spine tutto il mondo. Anche se gli indicatori della diffusione del Covid nel nostro paese continuano ad essere positivi, continuando il loro trend discendente, stanno però aumentando i contagi causati dalla variante indiana, che in agosto dovrebbe diventare prevalente, diventando la causa del 90% dei contagi totali in Italia e in Europa. Da ciò che si conosce finora, questa è ritenuta più trasmissibile della Alfa e ha una certa capacità di evadere parzialmente la protezione offerta dai vaccini, soprattutto per quanto riguarda la prima dose. Per questo motivo è consigliabile sottoporsi il più presto possibile alla seconda inoculazione.

La variante nel resto del mondo

Il fatto che la variante Delta al momento costituisca il 16,8% dei casi sequenziati in Italia, rispetto al 74,9% della variante inglese, chiamata anche Alfa, non deve trarci in inganno. Infatti, da maggio è già quadruplicata, allora si attestava intorno al 4,2%. E sarebbe destinata ad aumentare velocemente, dato che la sua trasmissibilità va dal 40 al 60% in più rispetto all’Alfa. Oltre al Regno Unito, gli altri paesi del continente europeo maggiormente colpiti sono Portogallo e Russia, dove da inizio anno non si vedeva un numero così alto di casi, con picchi dei decessi preoccupanti a San Pietroburgo e a Mosca. Non fa eccezione neanche Israele, uno dei luoghi più vaccinati al mondo, dove la variante Delta sta portando a un aumento notevole dei positivi, in particolare tra i più giovani che non hanno ancora ricevuto il vaccino. Il governo è dovuto intervenire riportando alcune restrizioni già abbandonate, come l’uso della mascherina nei luoghi al chiuso. Anche negli Stati Uniti la percentuale, ora al 10%, è destinata ad aumentare, soprattutto negli Stati dove il numero di vaccinati è basso. Secondo l'Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, anche a livello globale la variante Delta prevarrà presto su tutte le altre.

In questo momento è presente in oltre 92 paesi.

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