Anche l'energia ha il suo design ed è ancora quello di Leonardo

Apre oggi la mostra più attesa dell'anno: 220 opere, 2mila metri quadrati di spazio occupato. L'esposizione dedicata al «saper fare» grazie a sponsor privati

È la mostra più attesa dell'anno. Solo il titolo, «Leonardo 1452-1519. Il disegno del mondo» è di quelli assoluti, definitivi. E come altro potrebbe essere, trattandosi del genio che venne da Vinci? Ci è voluta allora tutta la perizia di due studiosi come Pietro Mrani e Maria Teresa Fiorio per allestire - con uno studio lungo sei anni, giacché il progetto partì già sotto la giunta Moratti - una mostra «né retorica né celebrativa» ma chiarificatrice della poliedrica, complessa ed eccezionale personalità di Leonardo.

È oggi l'apertura di questo lavoro imponente che, per realizzare i dodici capitoli tematici in cui è scandito, ha richiesto la collaborazione di prestatori d'eccezione. I nomi? Citiamo i più rilevanti, per dare l'idea dell'operazione: il Louvre, la Royal Collection britannica, l'Ambrosiana. A Milano arrivano sette capolavori - icone come la «Belle Ferronière» e il «San Girolamo» - e un centinaio di manoscritti del «Codice Atlantico» e accanto a questi ci saranno opere di Botticelli, Verrocchio, Ghirlandaio, Filippo Lippi, una summa in duecento opere della storia dell'arte rinascimentale italiana punteggerà le sale del Palazzo Reale di Milano fino al prossimo 19 luglio.

Per fare mostre di questo calibro (220 opere, 2mila metri quadrati di spazio espositivo) servono investimenti, e tanti: circa quattro milioni e mezzo i costi totali dell'esposizione dedicata al genio vinciano, coprodotta da Skira e Comune di Milano e Palazzo Reale, ma resa possibile solo grazie al sostegno di sponsor privati. Snam ha scelto di essere tra i sostenitori di questa attesissima e monumentale mostra, dedicata al «saper fare» di Leonardo e alla sua complessa figura di artista-scienziato. Curiosa – ma non così peregrina – coincidenza ha voluto che Snam decidesse anche di donare al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, che è intitolato proprio a Leonardo da Vinci e che al suo interno conserva alcuni dei più interessanti modellini delle macchine leonardesche, uno dei suoi «gioielli di famiglia». Si tratta del quadro sinottico del Centro Dispacciamento Snam di San Donato ed entrerà nella collezione permanente del museo.

Perché un quadro tecnico, leggibile solo da addetti ai lavori, con un museo e con Leonardo è presto detto: è uno strumento che nasce dalla voglia di innovazione e dall'idea di mettere la scienza al servizio del nostro benessere. Il quadro sinottico è infatti il cuore di tutto il sistema gas in Italia: dietro la semplice accensione dei fuochi per cucinare, c'è un meccanismo estremamente complesso e raffinato che permette al gas metano (il nostro oro blu) di arrivare a tutto il Bel Paese. Il Dispacciamento nasce a San Donato Milanese, nel cuore di quella Metanopoli nata dalla felice intuizione di Enrico Mattei: è un'infrastruttura strategica per la gestione dei flussi di gas sulla rete di trasporto nazionale. Dalla sua sala operativa sono monitorati e telecontrollati, 24 ore su 24, 365 giorni all'anno, i principali gasdotti e le centrali di compressione che compongono il sistema gas italiano: una macchina delle meraviglie, quasi leonardesca nella sua complessità. Questo fa sì che il gas sia trasportato in sicurezza e con efficienza: stiamo parlando di una mole di diverse decine di miliardi di metri cubi all'anno, che ha al suo vertice un software sofisticatissimo per monitorare tutto.

Di cambiamenti il Dispacciamento italiano di Snam ne ha subiti vari da quando è nato, nel lontano '62: la rete Snam allora contava su cinquemila chilometri di gasdotti ad alta pressione, quasi tutti in Pianura Padana. Negli anni Ottanta i numeri si triplicarono e il Dispacciamento è nuovamente ampliato: ancora una volta, sono l'pingegno, la tecnologia e l'innovazione a guidare il cambiamento. Nel Duemila un nuovo potenziamento, per adeguare il sistema alle moderne tecnologie: la digitalizzazione e l'uso integrato della tecnologia satellitare sono la base per poter integrare le reti di trasporto europee e per poter trasformare la rete italiana in un hub per l'Europa meridionale: è lì che va il futuro.

Il «vecchio» sistema di telecontrollo della Snam è andato in pensione, è diventato un pezzo da museo: è entrato di diritto, insieme ad altre geniali invenzioni umane, fatte di studio, intuizione e gusto per la scoperta, nella storia della scienza.

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