Scena del crimine

"Vado a lavare l'auto". E Andrea sparì. Spunta una pista dopo 14 anni

Andrea Liponi è scomparso da Bolzano nel 2008. Dopo 14 anni riprendono le ricerche del 22enne. La nuova ipotesi: "Vittima di una caduta accidentale"

In foto, Andrea Liponi
In foto, Andrea Liponi

Sono trascorsi quasi 14 anni da quando Andrea Liponi, al tempo 22 anni, studente di Mediazione Linguistica, è scomparso da Bolzano. "Vado a lavare l'auto", aveva detto ai genitori mente si dirigeva verso la zona boschiva di Nalles, nella frazione di Sirmiano, dove poi furono ritrovati i suoi effetti personali e la vettura. "Quella fu l'ultima conversazione che abbiamo avuto con nostro figlio. Poi se ne sono perse le tracce, non ne abbiamo saputo più nulla", raccontano alla nostra redazione Livio e Mirella, il papà e la mamma del ragazzo.

Tra ipotesi, congetture e presunti avvistamenti, sono ancora molti gli interrogativi irrisolti. Uno su tutti: cosa può essere accaduto ad Andrea? "Sono passati molti anni. Sono riuscito a recuperare tutti gli atti relativi alla scomparsa di Andrea per avere un quadro più completo sulla vicenda. La mia ipotesi, in linea con quanto si evince dai documenti, è che ad Andrea possa essere successo un evento tragico, secondario alle sue volontà. Pertanto ciò che noi stiamo cercando a distanza di 14 anni, sono i suoi resti", spiega a ilGiornale.it il criminologo e antropologo forense Fabrizio Pace che, accogliendo il congruo appello della famiglia Liponi, ha avviato di nuovo ricerche proprio laddove il ragazzo fu avvistato per l'ultima volta.

La scomparsa

Era l'8 giugno del 2008. "Quella domenica Andrea era rientrato a casa verso le cinque del mattino, dopo esser stato via per qualche giorno - racconta Mirella - Si fece la doccia e poi si coricò accanto al papà. Al risveglio era un po' imbronciato, non aveva molta voglia di parlare. Io e mio marito Livio gli proponemmo di andare a pranzo fuori. Lui accettò di buon grado anche se, quando eravamo al ristorante, non ordinò molte pietanze. Disse una frase che mi colpì molto: 'Devo abituarmi a mangiare poco'. Col senno di poi credo che già avesse meditato di andarsene".

Andrea stava attraversando un momento impegnativo dal punto di vista personale. I genitori erano a conoscenza del suo malessere e preferirono non infierire con domande che avrebbero potuto turbarlo ulteriormente. Così, per stemperare la tensione, gli proposero una passeggiata all'aria aperta. "Il ristorante era nei pressi di un bosco - continua Mirella - Dopo pranzo gli proponemmo di fare due passi. A un certo punto, vedendolo silenzioso e un po’ teso, Livio gli mise una mano sulla spalla e, per cercare un contatto con lui, gli disse: 'Che spalle forti hai'. Ma lui, dicendo 'No, sono solo rigide', si allontanò bruscamente. Poi gli chiesi se voleva accompagnarmi al cimitero, per deporre un cero sulla tomba di mia madre".

Mentre si dirigevano in auto verso il cimitero, Andrea tornò a scurirsi in volto. "Durante il tragitto ci disse che gli servivano dei soldi per fare benzina - prosegue il racconto - Gli diedi 20 euro e mi assicurai che li usasse per fare rifornimento. Non so, avevo avuto come la sensazione che se gli avessi dato di più, lui se ne sarebbe andato".

Il presagio di mamma Mirella non era infondato. Del resto già in precedenza Andrea aveva manifestato una solida e radicata insofferenza. "Una volta giunti al cimitero, Andrea andò via di tutta fretta - continua Mirella - Lo contattai al cellulare e lui disse che sarebbe andato a lavare l'auto aggiungendo che avremmo dovuto tornare a casa a piedi. Quella fu l'ultima volta che sentii la voce di mio figlio. Dopodiché spense il cellulare". Rientrati a casa, Livio e Mirella notarono che l'auto di Andrea, una Fiat Grande Punto di colore blu, non c'era ancora. Provarono a contattare il figlio ripetutamente al cellulare ma invano. Verso sera scattarono le ricerche.

Il ritrovamento dell'auto

La Punto di Andrea fu ritrovata a Nalles, nella frazione di Sirmiano, a circa 15 chilometri da Bolzano. Era parcheggiata all'esterno del cancello di un'abitazione, in prossimità di un maso. Fu proprio il proprietario della masseria ad allertare i carabinieri notando la vettura in sosta da molte ore. I militari dell'Arma riscontrarono tempestivamente trattarsi della macchina appartenente al 22enne scomparso ed allertarono i genitori.

Giunto a Sirmiano, Livio, in possesso di una chiave di riserva dell'auto, riuscì ad aprire il bagagliaio. All'interno del veicolo c'erano il cellulare di Andrea, alcuni vestiti, e le chiavi di accensione. E non solo. Al mattino seguente, il proprietario dell'agriturismo ritrovò nel campo dove era solito portare le mucche al pascolo un paio di scarpe, dei pantaloni e altri oggetti sparsi sull'erba. Nello specifico si trattava del portafogli e del lettore cd - ancora in funzione - di Andrea. Un oggetto però mancava all'appello: l'orologio Casio Pro Trek trisensor di colore nero che il ragazzo aveva al polso il giorno della scomparsa. "Quello che non capisco è come mai ci fossero i cd di Andrea sparsi sul prato e il lettore mp3 con la musica che andava ancora. Perché?", si chiede ancora oggi Mirella.

Le ricerche furono estese a tutta l'area boschiva attorno a Nalles impegnando carabinieri e unità cinofile per giorni ma si rivelarono infruttuose. Di Andrea non vi è mai stata più traccia nonostante l'impegno profuso dai genitori che, nel corso degli anni, non hanno mancato di lanciare appelli attraverso i microfoni del programma televisivo "Chi l'ha Visto?".

Orologio
L'orologio che indossava Andrea il giorno della scomparsa

Il mistero della cartolina

Una svolta sembrò arrivare tre anni dopo la scomparsa. Tra il 16 e il 17 ottobre del 2011, a Livio e Mirella fu recapitata una cartolina con un'illustrazione del deserto del Kuwait: "Tanti salutoni, Andrea. Sono lontanissimo", recitava il testo del messaggio. La corrispondenza proveniva però da Milano Borromeo, uno dei centri di smistamento postale della Lombardia, e riportava un francobollo italiano timbrato alla data del 13 ottobre. L'indirizzo di destinazione invece era scritto in versione bilingue: "via Vicenzastr (Vicenzastrasse) cap 39100 Bolzano Bozen". Di chi si trattava?

"La grafologa di 'Chi l'ha visto?' analizzò la cartolina ed escluse che potesse trattarsi della calligrafia di Andrea - spiega Mirella - Anni dopo, io e mio marito frequentammo dei corsi di grafologia a Bressanone. In quella circostanza conoscemmo un altro perito a cui chiedemmo di analizzare il messaggio sulla cartolina. Il suo parere fu che potesse averlo scritto Andrea. Difficile stabilire quale sia la verità, quale delle due grafologhe avesse ragione. Certo è che il dubbio ci è sempre rimasto: era lui o no?".

La segnalazione 11 anni dopo la scomparsa

Nel corso degli anni non sono mancate segnalazioni di presunti avvistamenti pervenute, in buona parte, alla redazione di "Chi l'ha visto?". L'ultima nel novembre 2019 quando una telespettatrice del programma di Rai 3 ha fotografato un uomo su autobus in partenza da Marghera e diretto a Venezia. Il giornalista Giuseppe Pizzo ha provato a rintracciarlo ma, purtroppo, non ci è riuscito.

Mirella e Livio non escludono che possa essere Andrea il ragazzo della foto. "Abbiamo riscontrato delle somiglianze tra l’uomo della foto e nostro figlio, tanto da non poter escludere che si possa trattare di lui", dicono. Ma era davvero lui?

Andrea Liponi 1

Le nuove ricerche

Nel 2021, su richiesta della famiglia Liponi, il criminologo e antropologo Fabrizio Pace ha deciso di ispezionare l'area boschiva attorno a Nalles dove fu rinvenuta l'auto del ragazzo. Le ricerche riprenderanno a fine settimana con anche l'ausilio di una squadra cinofila della Dection Dogs Ticino. Ma cosa potrebbe aver spinto Andrea a raggiungere la montagna? "In quel periodo Andrea era alla ricerca di se stesso. Le ragioni possono essere molteplici e varie. Probabilmente non le conosceremo mai - spiega l'esperto - Possiamo però partire da un dato statistico che, in qualche modo, può aiutarci a trovare una spiegazione razionale al suo comportamento. Nei casi di scomparsa gli adulti tendono a spostarsi verso il basso mentre i bambini si muovono verso l'alto. Questo ci dà un'idea dello stato d'animo che potrebbe aver avuto in quel momento".

Il criminologo ha ipotizzato anche che Andrea sia caduto dopo essersi inoltrato nel bosco. "Non sappiamo se Andrea in quel momento fosse pienamente consapevole delle sue azioni - continua l'esperto - Io credo che possa esser scivolato, che in qualche modo sia rimasto vittima di un incidente durante il suo cammino. Stiamo parlando di luoghi inerpicati, difficili da raggiungere e soprattutto da percorrere. In quelle zone il terreno è molto scivoloso".

La speranza

La storia di Andrea si intreccia con quella di moltissime, altre persone scomparse di cui si occupa l'Associazione Penelope Italia. "Non bisogna mai smettere di cercare le persone scomparse, mai - afferma Fabrizio Pace - Dobbiamo pensare a una persona scomparsa come se fosse un parente, un fratello o un amico a noi caro e che questo dramma possa accadere a ognuno di noi. Il nostro dovere è quello di dar voce a chi, purtroppo, non ne ha più".

Livio e Mirella non hanno mai smesso di cecare loro figlio. Una speranza che si rinnova a ogni segnalazione e che raccontano attraverso il blog dedicato ad Andrea. "Sappiamo che Andrea si trovava in un momento critico della sua esistenza, tanto da pensare che fosse necessario scomparire, rifarsi una vita altrove - concludono - Ma in 14 anni non abbiamo trovato alcuna traccia di lui, malgrado diverse segnalazioni, che si sono finora rivelate prive di fondamento.

Noi speriamo sempre di poterlo riabbracciare o, almeno, di sapere che cosa gli sia successo dopo la scomparsa".

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