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Ora il Pd difende il suo sindaco ma si dimentica dei bimbi abusati

Il Pd esprime vicinanza al sindaco di Bibbiano Andrea Carletti. Ma si dimentica delle presunte vittime delle onlus

Ora il Pd difende il suo sindaco ma si dimentica dei bimbi abusati

Il Partito democratico si schiera a difesa di Andrea Carletti, il sindaco (dem) finito al centro dell'inchiesta "Angeli e demoni" che attualmente si trova ancora agli arresti domiciliari e che, recentemente, è stato difeso dal circolo del Pd di Bibbiano che con un lungo comunicato stampa su Facebook.

La lettera - pubblicata e firmata da Stefano Marazzi, in qualità di segretario del sindaco e sostenuta da "tutta la comunità del Pd" - è un chiaro atto di vicinanza e di solidarietà verso un primo cittadino che, secondo quanto riportato dalle carte - sarebbe implicato nella terribile inchiesta che ha scosso non solo Bibbiano, ma tutta l'Italia. Per i suoi compagni di partito, Carletti sarebbe una persona "sensibile e determinata" che "ha sempre sostenuto chi nutriva paure e timori in nome di quei principi fondamentali per lui irrinunciabili".

I tesserati del Pd si augurano "che venga fatta chiarezza al più presto" e proseguono mostrando tutta la loro vicinanza a Carletti e alla sua famiglia, "sicuramente duramente colpita da questi accadimenti". E aggiungono: "La certezza che questa vicenda si concluderà positivamente quanto prima con l'accertamento della sua totale estraneità". Per loro Carletti è innocente, senza se e senza ma. Comprensibilmente, dato che in Italia vige la presunzione di innocenza.

Tuttavia colpisce che nel documento redatto dal Partito democratico non ci sia un pensiero, anche minimo, alle sofferenze che genitori, bambini e intere famiglie hanno dovuto sopportare in tutti questi anni. Ma c'è di più: nel testo si accenna solamente ad una semplice "vicenda giudiziaria" su cui i magistrati dovranno fare chiarezza. Nessuna parola di vicinanza per le famiglie vittime di raggiri e prepotenze, ingiustamente accusate e private dei propri figli per colpa di un meccanismo di cui Carletti avrebbe fatto parte, anche solo incidentalmente e forse a sua insaputa. Un meccanismo che consentiva, però, all’intera organizzazione di lucrare sulla pelle dei bambini. Di fare cassa.

Ma il Pd non è il solo a esprimere vicinanza all'indagato. Ad esso si aggiunge anche il Comitato direttivo della Sezione Anpi di Bibbiano che, "sollecitato anche da numerosi iscritti" - come si legge nel comunicato - "ha deciso di esprimere e rendere pubblica la propria solidarietà al sindaco Andrea Carletti in questo momento difficile per lui e per la comunità".

Un sostegno che, sottolineano, "deriva da anni di collaborazione (…) avendo sempre visto e apprezzato il suo impegno, in particolare verso la scuola e i giovani, nell'affermare e diffondere i valori della legalità e per non dimenticare”.

Poche invece, ancora una volta, le parole dedicate alle vittime del sistema di affidi illeciti: "Siamo i primi ad esprimere solidarietà ai minori e alle famiglie coinvolte" - afferma l’Anpi di Bibbiano - che subito dopo torna a dare supporto al sindaco dem: "Siamo fiduciosi che in tempi rapidi al nostro Sindaco verrà riconosciuto di aver sempre svolto la sua attività di amministratore pubblico con disciplina ed onore".

Su ciò che dovrà essere riconosciuto invece ai genitori ai quali hanno tolto i piccoli, sulla speranza che vanga fatta giustizia per le vere vittime di questa atroce storia, anche l’Anpi non si esprime. Tace.

Eppure, sul sito ufficiale dell’associazione non manca l’attenzione ai bambini. Queste le parole di uno degli appelli pubblicati sul web: “Vogliamo un’Europa contraria a qualsiasi forma di discriminazione, che garantisca asilo ai rifugiati ed il rispetto dei diritti di tutti, in particolare delle donne e dei fanciulli”. Insomma, per l’Anpi prima i bambini, ma in questo caso sembrano esserseli dimenticati.

Comunicato Pd Bibbiano

Anche il garante regionale dell’Emilia-Romagna per l’infanzia e l’adolescenza Maria Clede Garavini interviene sulla questione e attacca i media impegnati nell’inchiesta: la "semplificazione dei fatti, non approfonditi né contestualizzati, specie in una materia di grandissima complessità e delicatezza la cui trattazione richiederebbe un elevato livello di specializzazione". E questa volta il pensiero è volto verso gli assistenti sociali. Il ritratto dei servizi della Val d’Enza, “così come continua ad essere rappresentato dai media in questi giorni”, impone per Maria Clede Garavini “di fornire ulteriori precisazioni per evitare il diffondersi della sfiducia nei confronti dell’operato di tutti i servizi sociali e sanitari”.

Garavini sottolinea in primo luogo che “i servizi sociali da tempo sono impegnati a tutelare e curare bambini e adolescenti al fine di favorire le condizioni necessarie al loro benessere e alla loro salute”, lavorando “con diverse istituzioni nonché’ svariati soggetti, pubblici e privati, in un’ottica di lavoro multidisciplinare e di

corresponsabilità in attuazione delle norme e delle disposizioni vigenti”.

Enti che, però, in nome di questa collaborazione hanno creato un business di migliaia di euro a discapito della tanto decantata “tutela dei minori”.

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