Arrestato a Napoli l'autore della truffa del "finto incidente"

L'uomo è accusato di aver messo a segno con un complice, tuttora ricercato, la cosiddetta truffa del "finto incidente", con cui adescavano anziani dicendo loro che il figlio era stato arrestato e servivano soldi per pagare la cauzione e scarcerarlo

Arrestato a Napoli l'autore della truffa del "finto incidente"

"Buongiorno signora, guardi che suo figlio ha provocato un brutto incidente ed ha causato un grave danno a una persona. Al momento si trova in stato di arresto, ma se vuole possiamo farlo uscire, dietro pagamento di una piccola cauzione...". Il cliché era sempre lo stesso. Il truffatore contattava persone anziane, spacciandosi per appartenente alle forze dell'ordine, avvisandole del fatto che un parente molto stretto, solitamente il figlio, aveva appena provocato un incidente con feriti. Quindi, dopo aver suscitato in loro il panico, si offrivamo di dar loro una mano, in cambio di una cauzione in denaro o preziosi, qualora i soldi non fossero sufficienti per coprire le spese.

La Squadra Mobile di Imperia ha così arrestato con l'accusa di truffa aggravata un pregiudicato napoletano di 36 anni, accusato di aver messo a segno diversi colpi tra le province di Imperia e di Savona, nell'ottobre dell'anno scorso. I poliziotti lo hanno catturato a Napoli, con l'ausilio dei colleghi partenopei. L'uomo era colpito da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale di Savona. Secondo gli inquirenti, l'arrestato avrebbe agito con l'aiuto di un complice, destinatario della stessa misura restrittiva, ma resosi irreperibile e tuttora ricercato. Il metodo utilizzato era sempre lo stesso e ormai ben collaudato ovvero quello del "finto incidente".

Le vittime dei raggiri era sempre anziani. I falsi poliziotti o carabinieri, a seconda dei casi, si presentavano a casa del genitore, riferendo che il figlio, non rispettando il codice della strada, aveva causato un grave incidente con feriti. A quel punto persuadevano la madre o il padre a versare una cauzione per scarcerare il figlio. Dopo alcuni casi avvenuti nell'Imperiese, la polizia ha avviato le indagini raccogliendo i classici "gravi indizi di colpevolezza" a carico della coppia di truffatori, nei cui confronti il giudice savonese (competente perché il primo e più grave reato era stato accertato in quella provincia) ha disposto la custodia in carcere.

Uno dei due complici, il trentaseienne, è stato rintracciato in un appartamento della periferia napoletana, dove sono stati anche rinvenuti, nel corso della perquisizione, alcuni capi di abbigliamento utilizzati durante i vari colpi commessi in Liguria.

Quest'ultimo è stato associato alla casa circondariale di Napoli “Poggioreale”. Nel frattempo, prosegue l’attività della polizia, sia sul fronte della prevenzione - attraverso campagne di informazione e sensibilizzazione su come prevenire le truffe - che su quello della repressione.

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