Suonava il flauto traverso, presentava sul palco i vari musicisti, organizzava eventi in tutta la penisola. Peccato che la professoressa di musica, originaria di Prato ma trasferita nel vercellese, da anni era, per la scuola, assente giustificata.
Era malata gravemente, la prof, tanto da scomparire fin dal 2009 dalla cattedra a lei assegnata in Toscana. Una storia, l’ennesima, di beffa ai danni della pubblica amministrazione finita sul tavolo di un magistrato. La donna, seguita e filmata da mesi dai “segugi” delle Fiamme Gialle, in teoria aveva contratto una gravissima malattia, fortemente debilitante, tanto costringerla a seguire delle cure particolarmente invasive e, comunque, tali da farla assentare dalle aule scolastiche. Questo fino a quando su di lei viene aperto un fascicolo per sospetta frode ai danni della Corte dei Conti.
A indagare sul nuovo caso di malato immaginario a spese dello Stato, gli uomini della Guardia di Finanza di Vercelli. Durante il periodo riservato alle “cure” l’insegnante costituisce un’associazione no-profit grazie alla quale organizza, in tutta Italia, serate a tema, concerti e concorsi musicali. Malattia particolare quella della professoressa, scoperta il 1 settembre del 2009, proprio alla ripresa dell’anno scolastico, e protratta non a caso per tutto il mese di aprile del 2013. Uno status, per gli investigatori, incompatibile con la serie di partecipazioni a concerti ed eventi, sfacciatamente promossi anche attraverso siti internet. Una anomalia che permette l’apertura di indagini per danno erariale coordinate dalla Procura regionale della Corte dei Conti della Toscana.
I finanzieri sono costretti a lunghi appostamenti e pedinamenti fino a quando non scoprono l’inganno. Ovvero che la donna, assente dal lavoro per ben 4 anni, riesce a strumentalizzare una patologia in funzione di un prolungamento del periodo di malattia “allo scopo di beneficiare di giorni liberi dal servizio, utili al fine di dedicarsi all’organizzazione degli eventi musicali con la conseguenza non solo di non favorire la pronta guarigione ma di ostacolarla con lo svolgimento di attività in contrasto alle finalità tipiche dell’aspettativa concessa” scrivono gli investigatori. In soldoni il dipendente pubblico avrebbe percepito indebitamente 109.833 euro.
Ma c’è dell’altro. Secondo l’accusa “il comportamento tenuto dalla professoressa ha determinato anche un danno all’immagine dell’Ente di appartenenza in quanto tali comportamenti tendono a ingenerare all’esterno la convinzione che l’organizzazione delle pubbliche funzioni non sia conformata ai principi costituzionali di legalità, imparzialità e buon andamento gettando così discredito sulla Pubblica Amministrazione stessa in totale spregio dell’ordinamento giuridico, con leggerezza e per scopi unicamente privati”. Quindi la richiesta di risarcimento danni, oltre alla restituzione degli stipendi percepiti indebitamente viste le condizioni di salute tutt’altro che precarie.
Fondamentale la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana che, in totale autonomia, ha richiesto più volte delle visite mediche collegiali alle quali la professoressa non si è mai presentata. Da qui la denuncia alla Procura della Repubblica di Pistoia. Il danno erariale totale è di 124.833 euro, compresi i 15mila euro di danno di immagine in quanto la condotta, che spicca per la superficialità dei fini, ovvero i concerti, secondo la magistratura contabile.
Un modus operandi prolungato nel tempo, quello della professoressa, a dir poco deplorevole secondo l’accusa, sia sul piano etico che su quello sociale. In attesa della chiusura del procedimento penale per frode la scuola ha sospeso il procedimento disciplinare nei suoi confronti, che non escluderebbe, sindacati premettendo, il licenziamento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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