L'industria assicurativa vive dei cambiamenti sul versante delle strategie d'investimento e di gestione del rischio, guidate da fasi di mercato divergenti, tassi di interesse ai minimi storici e introduzione delle nuove regole di Solvency II. Alla luce dell'incertezza dei mercati e i timori di un quadro normativo restrittivo, molte compagnie assicurative guardano a nuove opportunità d'investimento e a strumenti innovativi, quali gli Etf.
Una recente indagine condotta da Greenwich Associates, su commissione di BlackRock-iShares, su un campione di 120 investitori istituzionali europei, di cui 22 compagnie assicurative, evidenzia una progressione nell'utilizzo di Etf e per una vasta gamma di scopi, con un periodo di detenzione più lungo rispetto al passato. Il 20% degli intervistati intende aumentare l'uso degli ETF nei prossimi tre anni e, uno su 10 è disposto ad accrescere le allocazioni in Etf di oltre il 10% entro tale orizzonte temporale.
Tra le ragioni alla base di questa tendenza, l'efficienza degli Etf a livello di costi di gestione e la loro liquidità. Mai come in questo periodo, caratterizzato dalla rarefazione degli scambi sul mercato secondario di alcuni tipi di titoli e in particolare di quelli obbligazionari, come a esempio le emissioni dei Paesi emergenti e quelle societarie, sia investment grade sia speculative grade , la liquidità degli Etf permette un sensibile risparmio in termini di costi di transazione. Questi sono rappresentati dal «bid-offer spread», ovvero dal differenziale tra il prezzo per l'acquisto e quello che si incassa dalla vendita di una certa attività finanziaria, che nel caso dei bond è cresciuto in seguito all'introduzione delle nuove normative che hanno aumentato il capitale di vigilanza richiesto agli intermediari bancari a fronte dei rischi da essi sostenuti. Il fatto che molti intermediari abbiano smesso di utilizzare il loro bilancio per dare liquidità al mercato dei bond ha allargato i «bid-offer spread» delle obbligazioni, rendendo preferibile l'utilizzo dei liquidi Etf che, quotando con «bid-offer spread» talvolta sensibilmente inferiori rispetto a quelli dei titoli in portafoglio, risultano più efficienti.
In termini di utilizzo, l'obiettivo di diversificazione internazionale, in particolare nel segmento azionario, è comune al 62% delle compagnie assicurative. Il 76% li usa per investire in azioni internazionali, mentre il 57% per investire in titoli azionari nazionali. Altra peculiarità apprezzata degli Etf riguarda la possibilità di prendere un'esposizione su asset class difficilmente accessibili per via diretta, come le azioni e le obbligazioni dei Paesi emergenti, le obbligazioni societarie ad alto rendimento, o per implementare esposizioni tematiche come, per esempio, quelle sul settore immobiliare e sulle infrastrutture.
Oltre la metà delle compagnie assicurative intervistate adotta gli Etf per investire il patrimonio in eccesso, con un terzo che li utilizza per investire le riserve. In particolare risultano apprezzati gli Etf che distribuiscono proventi periodici, entrando quest'ultimi nella determinazione dei rendimenti delle gestioni separate. Si sta poi sviluppando un filone di prodotti assicurativi per il retail che adottano Etf, quali componenti di fondi esterni all'interno delle polizze unit linked o prodotti gestiti come Risparmio Assicurato, soluzione di CheBanca!, sviluppata in collaborazione con GenertelLife e iShares, che combina un prodotto assicurativo con una componente finanziaria costruita utilizzando un portafoglio di Etf diversificato e a rischio controllato.
É la percentuale delle compagnie che usano gli Etf per investire in azioni internazionali
Le compagnie di assicurazione sondate nella indagine commissionata da BlackRock-iShares
L'obiettivo di una diversificazione internazionale, in azioni, è comune al 62% delle compagnie
Sono gli investitori istituzionali che hanno fatto da campione nella indagine di Greenwich Associates
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