Cronache

"No all'attestato di obbedienza". E l'ex 5S No pass ferma il Senato

Laura Granato, eletta con il Movimento 5Stelle, si è rifiutata di esibire il certificato verde prima di entrare in Commissione e ha bloccato i lavori

"No all'attestato di obbedienza". E l'ex 5S No pass ferma il Senato

Il Senato della Repubblica bloccato da una senatrice. È accaduto questo pomeriggio, dopo che Laura Granato - già professoressa di lettere in un liceo di Catanzaro, eletta nel 2018 nelle fila del Movimento 5Stelle e ora passato al gruppo Misto assieme ad altri transfughi grillini - ha deciso di non mostrare agli addetti ai controlli il Green pass prima di recarsi alla seduta della commissione Affari costituzionali, di cui è membro.

Accade così che il deputato dem Dario Parrini, presidente della medesima commissione, sia stato costretto a sospendere i lavori, in ottemperanza al decreto che impone la certificazione verde per tutti gli ambienti lavorativi in Italia. E il Consiglio di presidenza di Palazzo Madama, riunito d'urgenza per discutere il caso, ha stabilito che sì, anche per i senatori vale l'obbligo di mostrare la certificazione verde. E dire che la senatrice, con tono di sfida, aveva annunciato giusto ieri le proprie intenzioni. Tanto che i commessi erano stati avvisati e istruiti a non far passare la Granato, neppure dall'ingresso del ristorante del Senato (dove ci si può sedere senza esibire il Green pass, da quando i controlli sono stati spostati all'ingresso dell'edificio). Nel corso della seduta di questo pomeriggio, la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati ha annunciato che la Granato è stata interdetta per 10 giorni dai lavori parlamentari.

Ma la Granato non indietreggia. Piuttosto, rilancia, convinta delle proprie ragioni: "Il rischio è che tutti questi atti del governo spazzino via 70 anni di democrazia parlamentare. Per poter entrare in commissione e illustrare gli emendamenti mi si chiede un attestato di obbedienza ad un provvedimento che vado a contestare", ha commentato la parlamentare. Che ha proseguito: "Quando sono fuori dal Senato per rispettare tutte le regole cui sono sottoposti anche gli altri cittadini lo esibisco, ma nel luogo deputato alla rappresentanza dei cittadini mi rifiuto di piegarmi a una distorsione del regolamento, oltretutto derivante da un decreto legge, un atto unilaterale del governo che ancora non è stato convertito in legge e che adesso il Parlamento sta discutendo".

Resta solo da capire una cosa: perché a Palazzo Madama non si era ancora stabilito un regolamento sulla questione? Specie quando queste regole - obbligo di Green pass per deputati, dipendenti e persino per i membri del governo - sono state definite dalla presidenza di Montecitorio giorni fa.

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