Auto elettrica: ora arriva il conto

Posizionate come avanguardia che ammanta i suoi utilizzatori di cultura ambientale e dunque superiore, hanno promesso una allettante convenienza economica

Auto elettrica: ora arriva il conto
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L'ecologia si paga, non è gratis. Sebbene gli ambientalisti siano spinti da ideali alti di salvezza del pianeta, per la diffusione delle pratiche green non si disdegna il ricorso al portafoglio. Le auto elettriche non hanno fatto eccezione. Posizionate come avanguardia che ammanta i suoi utilizzatori di cultura ambientale e dunque superiore, hanno promesso una allettante convenienza economica. Per dare un'idea, rispetto a un'auto a benzina o diesel con le ricariche domestiche la spesa è circa un terzo. Peccato che già alle colonnine pubbliche diventi più o meno la stessa. E non ci sono le accise. Sì perché i carburanti tradizionali sopportano un carico fiscale che nell'area euro è il 130% del costo del liquido che finisce nel serbatoio: parliamo di quasi un euro al litro. Fino a quando gli automobilisti potranno sopportare una simile discriminazione tra chi viaggia a pile e chi invece ha un'auto termica, magari vecchia e pur volendo non avrebbe i soldi per cambiarla? Abbastanza a lungo, lo sappiamo. Chi invece tende a reagire prima e in maniera famelica è proprio il fisco, che cerca solo il sistema per gravare anche le auto elettriche delle accise. L'hanno trovato in Gran Bretagna, dove queste vetture sono più diffuse che da noi. Stanno valutando di introdurre dal 2028 una tassa pay-per-mile di 3 penny a chilometro, quasi la metà delle accise sulla benzina. Non solo, è allo studio anche una tassa sui parcheggi con colonnine.

Ora, degli inglesi ci interessa il giusto e qui da noi le auto elettriche solleticano assai poco, però il messaggio resta valido. Le ideologie vanno benissimo, ma devono essere calate nella realtà, non stare a due metri da terra. In termini più ampi, col Green Deal l'Europa ha scatenato una serie di limitazioni e indebolimenti che hanno portato l'economia in recessione.

Questa parte della storia non è stata raccontata ai cittadini e ancora oggi, echeggiando quanto proviene dalla COP30 in Brasile, si prospetta la nobiltà di impegni concreti per la causa climatica, tacendo delle ripercussioni economiche e fingendo di ignorare che se il ricco ha spazio per diventare meno ricco, il povero non può permettersi di diventare più povero.

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