Cronache

Auto schedate e telecamere: il pugno duro della Lega sui campi rom

Animali con microchip, permanenza di massimo tre mesi e una card per pagare utenze e sosta. Ci sarà anche un pagamento anticipato per evitare l'evasione

Auto schedate e telecamere: il pugno duro della Lega sui campi rom

Un progetto di legge con una duplice funzione: da una parte regolare il nomadismo e dall'altra contrastare l'abusivismo. Il piano targato Lega in Piemonte ha immediatamente provocato accostamenti al Terzo Reich, ma in realtà si tratta di una stretta necessaria sui campi rom caratterizzata da regole chiare, precise e trasparenti. L'assessore regionale Fabrizio Ricca ha spiegato: "Daremo un tempo di adeguamento dopo l'approvazione della legge. Prevediamo che entro il 2020 non ci siano più campi come sono adesso".

Il progetto

La prima novità riguarda la permanenza. Il tempo massimo consentito sarà di tre mesi, eccezion fatta per coloro che hanno minori al seguito: in tal caso verrà concessa una deroga fino al termine dell'anno scolastico. Al Comune di competenza dovrà essere fatta richiesta per ottenere una card mediante cui pagare utenze e sosta. È previsto anche il pagamento di una cauzione iniziale con il fine di tutelarsi contro l'evasione. Altro tassello importante quello del randagismo: gli animali domestici dovranno obbligatoriamente essere microchippati.

Ma chi potrà concretamente entrare nei campi rom? Esclusivamente i nomadi che dimostrano di avere un reddito e di non possedere alcun alloggio di proprietà. Nel mirino finiranno anche le automobili: vietato entrare senza revisione e assicurazione. Un forte peso è stato conferito agli impianti di videosorveglianza: le telecamere documenteranno tutte le dinamiche interne alle aree. Ma c'è anche il rischio di essere automaticamente esclusi: rischia di incorrere in questa situazione chi rifiuta più volte un'offerta lavorativa per l'inserimento.

Considerando la situazione sempre più drastica dal punto di vista delle irregolarità, si prevede l'istituzione di un Osservatorio regionale che avrà il compito di monitorare i flussi contrastando l'abusivismo.

Sarà formato da rappresentanti del Consiglio regionale, delle forze dell'ordine, dei Comuni e delle associazioni più rappresentative del territorio.

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