"Batteri nell'acqua potabile". L'ospedale di Avellino rischia la chiusura

I risultati delle prime analisi sono preoccupanti, dato che sono stati rinvenuti germi coliformi in concentrazione maggiore a quella consentita

"Batteri nell'acqua potabile". L'ospedale di Avellino rischia la chiusura

Nei giorni scorsi l’Asl di Avellino ha inviato all’amministrazione comunale del capoluogo della provincia irpina i riscontri delle analisi effettuate sull’acqua dei rubinetti dell’ospedale cittadino San Giuseppe Moscati. I risultati sono preoccupanti, dato che sono stati rinvenuti batteri coliformi in concentrazione maggiore a quella consentita.

Il nosocomio rischia la chiusura per motivi di igiene pubblica, anche se si attendono gli esiti delle nuove analisi disposte dall’Azienda sanitaria locale ed effettuate dall’Arpac. In presenza di una seconda comunicazione che conferma la pericolosità dell’ingestione di acqua potabile, il sindaco ha la facoltà di chiudere l’ospedale o di limitarne notevolmente le attività.

L'azienda ospedaliera di rilievo nazionale e di alta specialità San Giuseppe Moscati è il più grande e importante ospedale della città di Avellino e della stessa provincia. Il complesso si trova in contrada Amoretta e vi risiede dal 2010, quando tutti i presidi ospedalieri della città furono uniti in una unica struttura, che viene comunemente chiamata "Città Ospedaliera".

Il Moscati di Avellino si estende su una superficie di 140mila metri quadrati e si compone di una palazzina di cinque piani, dove sono presenti unità operative e tutti i servizi ospedalieri, una palazzina di

tre piani che ospita gli uffici amministrativi e un'altra utilizzata per le attività libero professionali. Quasi tutta la struttura è circondata da 2500 metri quadrati di giardinetti e aree verdi.

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