Cronache

Avocado, il frutto "di moda" che ha una storia italiana

Pochi sanno che questo frutto tropicale è in realtà molto più italiano di quanto si pensi. Con una lunga storia e un'industria piccola, ma in crescita

Avocado, il frutto "di moda" che ha una storia italiana

È il re di Instagram, cibo preferito da millennial (e non), simbolo di un'epoca: l’avocado, il frutto del momento. Si trova ovunque, sui profili degli influencer, nelle ricette degli chef più rinomati, negli “avocado toast” dei ristoranti più popolari della città, e persino nei vasi sui balconi di alcune case. Ma pochi sanno che questo frutto tropicale è in realtà molto più italiano di quanto si pensi. Con una lunga storia e un'industria piccola, ma in crescita nonostante gli effetti dei cambiamenti climatici che sono sempre più frequenti.

“Questi frutti crescono in Sicilia da secoli”, racconta Carlo Nicotra, siciliano, ricercatore e consulente di frutticoltura subtropicale di Avoconsult Associated Study, dal giardino del suo terreno che dà sul mar Ionio. Nicotra coltiva in biologico 400 alberi di avocado alle pendici dell’Etna ormai da 30 anni e produce piante. Ma la presenza del frutto sudamericano in Italia in realtà risale a molto prima. “Già dai primi del 900, c’erano tanti giardini con queste piante”.

E il frutto non si trovava solo al Sud: gli esperimenti di adattamento al clima dei frutti tropicali fatti in Liguria sono stati resi immortali dalle parole di Italo Calvino, il cui padre aveva portato l’avocado insieme ad altre piante da Cuba negli anni '40. Scrive nel suo libro autobiografico Eremita a Parigi, “Ho vissuto coi miei genitori a Sanremo fino a vent’anni, in un giardino pieno di piante rare ed esotiche”.

Nel suo giardino in Sicilia, Nicotra taglia una fetta di un avocado avanzato dall’ultima raccolta. La stagione va da ottobre ad aprile, a seconda della varietà (inizia con gli avocado Zutano ad ottobre e va fino ad aprile quando vengono raccolti gli ultimi frutti della varietà Hass.) Il frutto che ci fa assaggiare è ancora un po’ duro perché è maturato tardi, ma ha la consistenza del burro e un sapore ricco che ricorda le noci. Secondo Nicotra, che ha operato nella frutticoltura anche in Africa occidentale, questa zona vulcanica tra Taormina e Catania ha le condizioni di acqua e terreno perfette per l’avocado, mentre poco più a sud, nella piana di Catania, la coltivazione non è possibile. “Gli impianti che hanno buone condizioni e utilizzano i materiali giusti, i portinnesti adeguati, hanno un futuro promettente dal punto di vista del mercato e della qualità che esprimono”.

Eppure, fino a una decina d’anni fa, la produzione commerciale di avocado e di altri frutti tropicali in Italia non esisteva. Poi è arrivato il boom globale. Oggi, sostiene un report della Coldiretti, nel Paese sono oltre 500 gli ettari coltivati con frutti tropicali: nel giro di appena cinque anni sono aumentati di 60 volte. Un mercato piccolo ma in crescita. La vera forza dietro il suo sviluppo è stata la domanda dei consumatori, unita all’interesse dei produttori. Dove prima ci si accontentava di agrumi, uva e olive, alcuni agricoltori ora cercano una nuova strada. La maggior parte di loro ha scelto di distinguersi e seguire quella più etica: il biologico, nel classico stile italiano, focalizzato su una produzione di qualità. E in molte regioni stanno sorgendo piccole produzioni: in Calabria, Puglia e Sardegna si trovano altri angoli di terra con condizioni perfette.

Come Denise e Fabio Gaia che hanno un'azienda agricola che produce frutti tropicali nella provincia di Ogliastra, in Sardegna. Dopo aver fatto una ricerca di mercato, hanno avuto il supporto tecnico di Nicotra. Con il suo aiuto, nel 2017, hanno avviato la loro piccola attività: 4,5 ettari frutti e varie piante decorative. “Sicuramente siamo in espansione, perché la richiesta aumenta”, dice Denise Gaia. Nonostante il maestrale della Sardegna e diversi fenomeni anomali del clima, continuano ad ampliare il terreno coltivato. Oggi hanno 11 ettari. “Il problema dei cambiamenti climatici non è solo il caldo ma anche il freddo, che arriva a meno 3 o 4 gradi”.

Anche questo mercato sta lottando con i cambiamenti climatici degli ultimi anni. Alcune varietà di avocado resistono al freddo persino più di alcuni agrumi: può sopportare fino a 3 gradi sottozero. E questi fenomeni sono sempre più frequenti. L'estate scorsa ci sono state piogge fuori stagione e quella prima le temperature sono state molto alte. Quest’anno, la primavera è stata troppo fredda e piovosa. I frutti che sono sopravvissuti a una morsa di gelo di -5°C lo scorso gennaio e alle piogge forti, hanno dovuto affrontare l’onda di caldo di luglio, cosa che potrebbe causare la caduta prematura dei frutti. Tutti esempi delle difficili condizioni climatiche che questo frutto deve affrontare ogni stagione. Anche per questo la produzione è inferiore a quella dell’anno scorso.

Il mercato italiano è ancora fragile, così questi piccoli produttori dispersi in tutto il Sud hanno bisogno di fare rete tra loro. Come? Nel modo più adatto al giorno d'oggi: online. Nel gruppo Facebook, avocado e sub-tropicali nella produzione biologica, avviato da Nicotra, i coltivatori chiedono consigli, ad esempio su come affrontare un’anomalia climatica, condividono articoli su ricerche e novità e mostrano i propri successi, cioè i loro primi frutti della raccolta. Il risultato sono Avocado 100% Made in Italy in vendita nei mercati e online già dai primi di ottobre.

Un po’ di consapevolezza e attenzione all’etichetta possono aiutare un mercato inaspettatamente italiano.

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