Ci sono diversi modi per fare fuori l'avversario politico. Putin, o chi per lui, pare preferire il più antico, diretto e veloce: l'avvelenamento. Il regime cinese di solito usa la carcerazione, a volte l'impiccagione. Metodi spicci, ed efficaci insomma, vietati nei Paesi cosiddetti democratici, che comunque non si fanno remore a tenere solidi e cordiali rapporti con signori così sbrigativi, ai quali in ultima analisi più che la sostanza si contesta, sia pure con cautela, la forma. In effetti se avvelenare l'avversario è bruttino, nella nostra tradizione ci si limita ad avvelenare il clima e la verità attorno al prescelto, il caso Berlusconi docet. Il risultato, del resto, non è molto diverso. Nel senso che il più delle volte si raggiunge, anche se un po' più lentamente che usando il cianuro, l'obiettivo.
In Italia da tanti anni siamo in balia degli avvelenatori, pratica di cui la sinistra può storicamente vantarsi di essere assoluta fuoriclasse. Ci hanno avvelenato con la magistratura, con i giornali, con la cultura. Altro che Covid, il virus democratico è ben più micidiale, il più delle volte ha la faccia pulita e innocua del famoso direttore, del professore, dell'attore e non c'è distanziamento o mascherina che tenga. Ti infettano e fino a quando non riescono a distruggerti, non mollano. È una lotta quotidiana che lascia cicatrici, alcune delle quali le ho viste ieri sul volto e nell'animo del governatore della Lombardia Attilio Fontana, un galantuomo eroe della resistenza lombarda al Covid, messo nel mirino per ragioni esclusivamente politiche dai killer avvelenatori.
L'uomo è forte di suo e non ha bisogno di aiuto né di consigli. Ma sappia, lui e i tanti nelle sue condizioni, che l'antidoto esiste. Esiste nella forza delle idee, nella verità, l'antidoto è la sua meravigliosa famiglia, il suo mondo politico, i lombardi che lo hanno eletto e che non hanno perso un millimetro di fiducia.
Nel nostro piccolo, è anche la comunità di questo Giornale, che da quasi cinquant'anni si batte contro gli avvelenatori, sia quelli mascherati che agiscono con il cianuro, sia quelli in guanti bianchi che usano le parole come clave.
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