Coronavirus

Bari, la denuncia degli infermieri: "Abbiamo le tute per i macellai"

Le parole del presidente dell'ordine degli infermieri sono chiare: "Non si trovano più i dispositivi di sicurezza individuale per lavorare in corsia"

Bari, la denuncia degli infermieri: "Abbiamo le tute per i macellai"

La Regione Puglia, in particolare il presidente Michele Emiliano, ha organizzato una vera e propria task force sanitaria per affrontare al meglio l'emergenza del contagio da Coronavirus. Il piano ospedaliero è stato stilato ipotizzando 2mila infetti con mille posti letto negli ospedali. Certo, se si superano questi numeri in Puglia si vivrebbe una vera emergenza sanitaria. Già oggi, secondo il bollettino epidemiologico della Regione Puglia, si contano 1.334 contagiati.

Ma l'emergenza viene già dalle corsie degli ospedali, in particolare dal padiglione "Asclepios" del Policlinico di Bari dedicato interamente ai malati di Covid-19. Fino a ieri c'era un problema organizzativo in merito alla distribuzione dei dispositivi di protezione individuale. Secondo quanto si legge in un articolo di Fulvio Colucci sul quotidiano regionale "La Gazzetta del Mezzogiorno", ogni giorno gli infermieri dovevano fare la fila al Cup (creando, quindi, un assembramento) per prendere i dispositivi di protezione individuale per poter lavorare. Questo, ovviamente, creava anche dei ritardi nel cambio turno, con un'attesa che poteva arrivare fino a quaranta minuti.

"Quel problema è stato risolto perché adesso c'è una persona che, per ogni unità operativa, ritira i dispositivi di protezione individuale per tutti" ha dichiarato a ilGiornale.it Saverio Andreula, presidente dell'ordine degli infermieri di Bari.
"C'è un altro problema, però", continua l'infermiere, "sta aumentando il numero dei pazienti ricoverati e purtroppo quello degli infermieri diminuisce perché l'organico non viene rimpinguato". In teoria in un'unità con venti posti letto è prevista la presenza di almeno un infermiere ogni quattro pazienti per ogni turno, nella realtà, come sottolinea Andreula, ci sono un paio di infermieri per venti posti letto con pazienti che hanno un quadro clinico molto compromesso (a prescindere che si tratti di terapia intensiva o semi-intensiva).

"Ma c'è di più" continua il presidente dell'ordine barese degli infermieri, sono finiti i dispositivi di protezione individuale specifici per il personale sanitario secondo la normativa europea e quelli che vengono distribuiti adesso sono difformi rispetto ai precedenti. Ora forniscono dispositivi non adatti per il personale sanitario, per la loro tutela dalla contaminazione biologica: "Stanno dando dispostivi per macellai, verniciatori, giardinieri, carrozzieri e addetti al banco vendita.". Un'affermazione forte, questa, che, però, descrive "una triste realtà" parafrasando le parole di Andreula.

"Stanno prendendo la roba dai bricolage o dalle aziende più disparate come alternativa, ma la realtà è che non sono adatti a lavorare nelle corsie di ospedale e si rischia un aumento dei contagi." avverte il presidente degli infermieri. Il numero degli infermieri contagiati o in quarantena sta, infatti, salendo di giorno in giorno.
Di chi è la responsabilità? "Il direttore generale ci dice che la Regione Puglia non glieli fornisce. Il presidente Emiliano, a sua volta, dice che sta facendo il possibile e l'impossibile per averli.

Fatto sta che non ci sono e a pagarne le conseguenze sono medici e infermieri", conclude Andreula.

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