Cronache

Battuta sulla Meloni al Tg1: Rai nella bufera. "Episodio inaccettabile"

La conduttrice del Tg1 Elisa Anzaldo si lascia andare in diretta a una considerazione di troppo sulla Meloni. Piovono polemiche. La Lega ne chiede la sospensione, lei si scusa

Battuta sulla Meloni al Tg1: Rai nella bufera. "Episodio inaccettabile"

Una battutina su Giorgia Meloni pronunciata al Tg1 ha innescato una prevedibile ondata di polemiche. Il notiziario della rete ammiraglia Rai - dal quale ci si aspetterebbe sobrietà e rigore - è finito nella bufera dopo che, stamani, la conduttrice Elisa Anzaldo si era lasciata andare a una considerazione di troppo sulla leader di Fratelli d'Italia. Ecco i fatti. In riferimento a un'indiscrezione di stampa, secondo la quale l'esponente politica sarebbe diventata tifosa romanista dopo essere stata laziale in gioventù, in diretta il giornalista Alessandro Barbano (presente in studio) aveva chiosato: "Se peccato è, in questo caso non è il peggiore peccato di Giorgia Meloni". E la Anzaldo, ridendo, aveva aggiunto: "Ce ne sono tanti altri...".

Caso Tg1, Lega: "Inammissibile sfregio alla par condicio"

Parole che non hanno fatto certo piacere al centrodestra e che hanno provocato un'immediata levata di scudi contro il tg diretto da Monica Maggioni. "È inaccettabile che un volto di primo livello quale Anzaldo, che è conduttrice del Tg1 delle 20 ovvero il principale e più seguito telegiornale dell’azienda su scala nazionale, si permetta di deridere un leader politico senza contraddittorio e durante un appuntamento informativo come la rassegna del mattino. Un comportamento inammissibile in sfregio a tutti i principi della par condicio, che viola qualsiasi codice deontologico e di correttezza", hanno tuonato in una nota i parlamentari leghisti della commissione di Vigilanza Rai, chiedendo la sospensione della anchorwoman. Gli stessi esponenti del Carroccio hanno poi annunciato una segnalazione dell'accaduto all'Agcom, perché - si legge nel loro comunicato - "non è in alcun modo tollerabile che ci siano giornalisti che fanno politica sempre nella stessa direzione".

Da Fratelli d'Italia, Daniela Santanché ha invece lamentato: "Si tratta di un episodio inaccettabile e gravissimo, senza alcun contraddittorio, del tutto pretestuoso e per giunta alle soglie della campagna elettorale". Il deputato meloniano e commissario di Vigilanza Rai, Federico Mollicone, ha poi avvisato di aver richiesto all'AD Rai Carlo Fuortes l'immediata applicazione della par condicio. Di segno diametralmente opposto le considerazioni del deputato Pd Andrea Romano, che invece ha accusato la destra di "agitare il manganello contro il servizio pubblico". Ci chiediamo però cosa sarebbe successo se una simile battutina fosse stata rivolta, nel pieno della campagna elettorale, a un leader del centrosinistra.

Caso Tg1, Maggioni: "Porre maggior attenzione"

Dopo quella chiosa di troppo pronunciata in diretta tv è intervenuta anche la stessa direttrice del Tg1 Monica Maggioni. La giornalista, in una lettera alla redazione, ha scritto: "Un episodio accaduto nella rassegna stampa di questa mattina mi spinge a ricordare che il nostro dovere è quello di andare in onda restituendo ai nostri spettatori il senso di sobrietà e di totale equilibrio proprio del servizio pubblico. Per questa ragione dobbiamo tutti porre una attenzione ancora maggiore del consueto in tutto quello che facciamo e diciamo in onda".

Battuta sulla Meloni al Tg1, le scuse di Elisa Anzaldo

La conduttrice Elisa Anzaldo, da parte sua, è ritornata poi sull'accaduto facendo pubblica ammenda. "Mi rendo conto che una battuta venuta male, nella rassegna delle 7 del mattino, sta dando spazio a interpretazioni distorte del mio pensiero. Nella conversazione con Alessandro Barbano ho chiosato sulla metafora calcistica, ma il risultato finale è stato diverso da quello che avrei voluto. Nelle mie intenzioni parlavo ancora di calcio. Poiché il tono è stato avvertito come improprio, me ne scuso", ha precisato la giornalista in una nota.

Ma, nel clima rovente e tesissimo di questa campagna elettorale, il caso sembra essere tutt'altro che chiuso.

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