I bambini di Bibbiano

Bibbiano, al via il processo. Ma la bimba del "caso pilota" è tornata a casa

La bimba sottratta ai nonni nel 2018: "Documenti e false testimonianze". Ieri la prima udienza del processo per i presunti falsi affidi di Bibbiano

Bibbiano, al via il processo. Ma la bimba del "caso pilota" è tornata a casa

C'è una storia a lieto fine tra i presunti, falsi abusi del "sistema Bibbiano". È quello di una bambina sottratta ai nonni con "documenti e false testimonianze" - scrive Alessandro Fulloni per il Corriere della Sera - che, dopo essere stata affidata a una famiglia del Modenese per un lungo periodo, è ritornata a casa. Intanto, nella mattinata di mercoledì 8 giugno, si è svolta la prima udienza del processo relativo all'inchiesta "Angeli e Demoni" su cui indaga la procura di Reggio Emilia e che coinvolge i servizi sociali della Val d'Enza.

Il processo

Le indagini sugli affidi sospetti è cominciata nel 2018 per iniziativa del pm Valentina Savi, impressionata dalle numerose segnalazioni di bimbi abusati o maltrattati dai propri genitori in Val d'Enza. I minori, sottoposti a sedute di psicoterapia, venivano poi affidati ad altre famiglie piuttosto che essere collocati in strutture protette del territorio. L'inchiesta - denominata "Angeli e Demoni" - ha coinvolto i servizi sociali della Val d'Enza che, a quanto risulta dagli atti, avrebbero messo in piedi un "sitsema" di illeciti da migliaia di euro. Tra i reati contestati alle 24 persone rinviate a giudizio vi sono, a vario titolo, quelli di frode processuale, depistaggio, abuso d'ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in attopubblico, violenza privata, tentata estorsione e peculato d'uso. Alcuni hanno optato per riti alternativi a quello ordinario. Nel novembre scorso erano arrivate le prime sentenze per chi aveva scelto l'abbreviato: tra queste, quattro anni di condanna al noto psicoterapeuta Claudio Foti del centro "Hansel&Gretel" e l'assoluzione per l'assistente sociale Beatrice Benati. Ieri, in Corte d'Assise a Reggio Emilia, c'è stata la prima udienza del processo che coinvolge il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, al quale la procura ha contestato il reato di abuso d'ufficio. La prossima udienza è fissata per il 12 dicembre.

La bimba "strappata" ai nonni

Tutto cominciò l'11 aprile del 2018 con una telefonata da parte dei servizi sociali: "Ci dissero: 'Non andate più a prendere vostra nipote a scuola, non serve: la bimba è stata trasferita, penseremo noi a tutto. Ma non starà più da voi". A riceverla furono i nonni della bambina di quello che è stato definito il "caso pilota del sistema Bibbiano". "Se circa un anno dopo proprio così lo definì il gip - racconta al Corriere il signor Giovanni, settant'anni, dirigente d'azienda in pensione - è perché conteneva tutto: i documenti falsificati e le testimonianze inventate". Lui e la moglie furono i primi a denunciare: "C'è chi poi osservò: noi potevamo permetterci le spese, difenderci dai soprusi. - spiega - Altri no. Chissà, forse è vero". Da quell'episodio scaturì l'indagine da parte dei carabinieri e Della Procura di Reggio Emilia.

Di quei giorni, Giovanni ricorda "la paura di non farcela". Gli assistenti sociali definiro i genitori della ragazzina - al tempo giovanissimi - "inadeguati". La piccola fu dunque affidata ai nonni che, successivamente, furono tacciati di non essersi accorti dei falsi abusi - c'è una perizia che comprova l'infondatezza dell'accusa - subiti dalla nipotina per mano del nuovo compagno della madre. La bimba fu quindi collacata presso un'altra famiglia del Modenese, ignara del raggiro. Dopo 9 mesi di calvario la coppia modenese contattò i nonni della piccola. Sulla scorta di una perizia che dimostrava l'affidabilità dei due anziani, la piccina fu affidata nuovamente ai nonni. Oggi i genitori naturali e quelli affidatari si riuniscono a pranzo la domenica. "Per mia nipote la figlia della sua "seconda" mamma è una sorellina. Ma ciò che ha passato - conclude il signor Giovanni - resta uno choc che l'ha sconvolta. Sarò a ogni udienza.

Non deve più succedere".

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