Cronache

"Voglio salvarlo dai demoni": l'orribile gesto della madre contro il bimbo

La madre 32enne è stata condannata alla detenzione in ospedale psichiatrico, dove seguirà un percorso di cure per i suoi problemi mentali

"Voglio salvarlo dai demoni": l'orribile gesto della madre contro il bimbo

Una madre 32enne gallese è stata condannata martedì alla detenzione in ospedale psichiatrico dopo un processo in cui è stata dichiarata responsabile dell'uccisione, per annegamento, del figlio di due anni. L'assassina, di nome Natalie Steele, avrebbe tolto la vita al piccolo Reid "per salvarlo dai demoni". Dettagli raccapriccianti sulla morte del bambino, avvenuta l'11 agosto scorso a Bridgend, nel Galles del sud, stanno venendo pubblicati in questi giorni dalla stampa britannica.

In base alle ricostruzioni giornalistiche e alle testimonianze rese da diversi conoscenti della Steele, quest'ultima, affascinata dalla cultura New Age e dal misticismo, avrebbe iniziato a dare segni di squilibrio mentale proprio nell'estate del 2021. Lei si sarebbe infatti più volte, davanti ai suoi conoscenti, letteralmente lasciata andare, mettendosi a pronunciare frasi senza senso e a inscenare veri e propri deliri.

In quelle sue manifestazioni paranoiche, la 32enne avrebbe quasi sempre fatto riferimento a immaginari esseri demoniaci, come se fosse preda di allucinazioni a sfondo mistico. Il disagio mentale della Steele l'avrebbe alla fine spinta a commettere il gesto più abominevole per una madre: l'uccisione del proprio figlio.

In quel fatidico 11 agosto, la 32enne, residente insieme al bimbo in un appartamento che lei condivideva con la madre, il patrigno e il fratello, avrebbe deciso di fare il bagnetto a Reid. Dopo un’ora e mezza dal momento in cui la donna aveva accompagnato il piccolo nel bagno, quest'ultima sarebbe uscita da quella stanza continuando a ripetere senza sosta, in preda a un evidente stato di alterazione, "l’ho fatto". La nonna del bambino, avendo subito capito che qualcosa non andava, sarebbe quindi corsa nel bagno e avrebbe trovato lì il nipotino avvolto in un asciugamano, esanime.

Alla vista di quel corpicino senza vita, la nonna avrebbe subito chiamato i soccorsi, ma, nonostante un tempestivo ricovero in ospedale, Reid sarebbe morto per annegamento e per ipotermia. L'autopsia avrebbe in seguito accertato che la morte del bambino si sarebbe verificata poiché la Steele lo avrebbe tenuto sott'acqua per un tempo tanto lungo da provocare inevitabilmente un decesso per annegamento.

Nel corso del processo a suo carico, presso il tribunale di Cardiff, la 32enne ha ammesso di avere annegato il figlio e ha giustificato il proprio folle gesto sostenendo di averlo compiuto per "salvare Reid dagli spiriti maligni" e "per farlo andare in Paradiso". L'indagata ha appunto raccontato agli agenti di polizia che avrebbe spinto con forza sott’acqua il piccolo allo scopo di proteggerlo dagli spiriti infernali che, secondo lei, infestavano la casa in cui lei e il bimbo abitavano. Negli interrogatori, la 32enne ha inoltre affermato che sua madre, il patrigno e il fratello le apparivano sempre come se loro avessero "occhi grandi" e "facce contorte", tanto da credere che i suoi familiari fossero posseduti dai demoni.

L'esame psichiatrico eseguito sull'indagata per ordine del tribunale ha infine certificato i "disturbi mentali non curati" che affliggevano da tempo la prima e tale dimostrazione dell'incapacità della Steele di intendere e di volere avrebbe influito, a detta dei commentatori, in misura decisiva nella determinazione della pena inflittale. L'indagata è stata infatti condannata per omicidio colposo e non, come recitava il suo iniziale capo di imputazione, per omicidio volontario.

Di conseguenza, per lei si sono aperte in questi giorni le porte di un ospedale psichiatrico, dove seguirà un percorso di cure, e non di una prigione.

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