Scripta manent

Quel bisogno di sfondare nella grafia di Paolo Villaggio

La grafia e la firma di Paolo Villaggio mettono in evidenza una personalità dove traspaiono semplicità, sensibilità, lealtà ed onestà

Quel bisogno di sfondare nella grafia di Paolo Villaggio

La grafia e la firma di Paolo Villaggio mettono in evidenza una personalità dove traspaiono semplicità, sensibilità, lealtà ed onestà. Privo di complessi di superiorità e d’inferiorità, ha portato avanti una professione appassionante divertendo grandi e piccoli, ma sempre secondo una sua etica. L’intelligenza di tipo concreto si basava su un pensiero logico, fluente e consequenziale. Nonostante lo scarso campione di scrittura è però possibile ricavare alcuni aspetti del carattere del comico genovese. Da essa infatti emerge una notevole intuizione (vedi tratto leggero della penna sul foglio). Inoltre la lettera “g”, così ben rappresentata, ha dato senza dubbio spinte emozionali, foga e una certa licenza di linguaggio che coloriva il suo parlare dando un tocco originale al suo modo di esprimersi. Tale pulsionale istintuale è forse stata l’originale ”vena eclettica” che lo ha reso unico e irripetibile. L’aspetto sociale della sua vita si caratterizzava per un forte bisogno di sfondare (vedi firma grande soprattutto nelle lettere iniziali) a indicare come la figura paterna, sia essa stata positiva o negativa, abbia fatto da spinta fondamentale per la sua carriera.

Ciò ha permesso al nostro Paolo Villaggio di valorizzare le proprie potenzialità, anche intellettive, permettendogli di creare personaggi suggestivi diventati poi di dominio pubblico, comprese certe frasi come: ”ma come è buono lei!”. (Clicca qui per guardare la grafia di Villaggio)

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