Coronavirus

Quella "lista nera" dell'Agenzia che isola il Nord Italia dal resto d'Europa

Indica solo le zone maggiormente a rischio in un dato momento. Ogni settimana il bollettino viene modificato in base all’evolversi dell’epidemia

Quella "lista nera" dell'Agenzia che isola il Nord Italia dal resto d'Europa

La Grecia ha utilizzato una black list per sviluppare una serie di restrizioni nei confronti di turisti italiani che intendono trascorrere le prossime vacanze estive nel Paese ellenico.

Non è una black list

Quello a cui ha fatto affidamento il governo greco è Il bollettino dell'Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa), che racchiude in quattro pagine un elenco delle zone in cui vi è un alto rischio di trasmissione del Covid-19. Si tratta di un bollettino che viene modificato settimanalmente, a seconda dell’evolversi dell’epidemia. Nell’ultimo aggiornamento erano quattro le Regioni italiane, e i relativi aeroporti, a cui fare attenzione: Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia. A marzo c’erano anche Toscana e Marche, poi rimosse.

Alessio Quaranta, direttore generale del nostro Ente nazionale per l' aviazione civile (Enac) e membro del board direttivo dell' Easa, ha spiegato al Corriere che non si tratta di una black list, e che non prevede l’interdizione dei collegamenti da e per il Nord del nostro Paese. Ha precisato inoltre che “quella lista nasce per raccogliere le informazioni provenienti dagli Stati e per indicare quelle che in un dato momento sono le zone più a rischio: tutto questo viene poi comunicato alle compagnie e agli aeroporti perché possano fare le loro valutazioni”.

Imparziale e autonomo

Quaranta ha tenuto poi a sottolineare che la sua compilazione è del tutto imparziale e autonoma. Quindi non è frutto della negoziazione con i Paesi. Al massimo può suggerire di prestare maggiore attenzione ai passeggeri che arrivano da alcune specifiche zone. Un apposito comitato tecnico si occupa di creare il documento, in base all’analisi di dati scientifico-statistici e incrociando alcuni indicatori. Come per esempio il numero di casi attivi in relazione alla popolazione, i guariti, il numero di nuove infezioni, i decessi, il numero dei tamponi eseguiti o ancora l’incidenza sulle aree urbane e su quelle extraurbane.

Tanto per precisare, nella lista valida dal 29 maggio, non vi sono solo gli aeroporti delle quattro Regioni italiane ormai note, ma anche tutti quelli del Belgio, della Capitale francese, di Amsterdam, Madrid e Barcellona per quanto riguarda la Spagna, Londra e Stoccolma. Oltre ai Paesi terzi dall'Afghanistan agli Stati Uniti. Una parte della Germania è stata inserita ad aprile, ma è comunque fuori dalla soglia di attenzione. Quaranta ha infine tenuto a sottolineare che “sulla questione coronavirus la decisione di aprire o meno gli spazi aerei dipende dalle autorità sanitarie locali, non da quelle aeronautiche”. Non previene comunque le triangolazioni.

Basta infatti che un viaggiatore faccia scalo in una zona non a rischio, e da Milano arriva tranquillamente ad Atene.

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