Cronache

Dodici ore di paura, poi la liberazione degli ostaggi: blitz nella caserma di Asso

L’intervento è stato effettuato con un'unità cinofila d'assalto. Il brigadiere Milia, che è riuscito a esplodere un colpo, ferendo in maniera non grave un operatore del Gis, è stato bloccato e disarmato. Morto il luogotenente Furceri

Dodici ore di paura, poi la liberazione degli ostaggi: blitz nella caserma di Asso

Ci sono volute dodici ore, un pomeriggio e quasi un’intera notte per liberare gli ostaggi del brigadiere Antonio Milia che, dopo aver sparato al suo comandante, si è barricato nella caserma di Asso, in provincia di Como, tenendo prigionieri una collega e le famiglie dei militari che, comunque, non hanno mai corso reali pericoli. I carabinieri sono intervenuti con un blitz alle ore 5.40. Gli uomini dei reparti speciali dell’Arma sono riusciti, dopo ore di trattative per tenere calmo il brigadiere, ad arrestarlo con l'accusa di omicidio e tentato omicidio. L’intervento è stato effettuato con un'unità cinofila d'assalto, bloccando e disarmando Milia, il quale, prima di essere avvicinato, alla vista del cane, è riuscito a esplodere un colpo, ferendo in maniera non grave, al ginocchio, un operatore del Gis, subito soccorso dai sanitari già presenti sul posto.

Milia, in precedenza, con la stessa arma, aveva sparato e ucciso il comandante di stazione, il luogotenente Doriano Furceri. Il sottufficiale è stato trovato morto. Per tutta la notte, dalle ore 23, un mediatore aveva provato a trattare la resa dell'uomo, che in passato era stato ricoverato in ospedale e poi posto in convalescenza per diversi mesi, per problemi di disagio psichico. Il militare aveva più volte minacciato di uccidersi. Fino al ritrovamento del cadavere non si conoscevano le condizioni del luogotenente.

Era ricoverato in un reparto di psichiatria

"L'ho ammazzato", aveva urlato il brigadiere Milia, secondo quanto riferito da alcuni testimoni, subito dopo avere esploso almeno tre colpi di pistola. Con la locale Arma territoriale, sul posto sono intervenuti i reparti specializzati per gestire tali situazioni di emergenza. All'interno della stazione, ma chiusa in un ufficio in condizioni di sicurezza, c’era anche una collega carabiniere. Negli alloggi, anche loro in sicurezza, le famiglie dei militari. Il luogotenente assassinato e il brigadiere sono sposati e hanno entrambi tre figli.

Prima di arrivare in provincia di Como il sottufficiale ammazzato aveva prestato servizio per alcuni anni in una caserma a Bellano, da dove è stato spostato per incompatibilità ambientale. Nel centro storico della località sulla sponda orientale del lago di Como erano comparse alcune scritte contro il militare. "Giù le mani dalle mogli degli altri". Non si sa se queste accuse siano collegate con il gesto del brigadiere Milia che nelle prossime ore verrà interrogato dal pm di turno per cercare di far luce sui motivi della tragedia. Quello che è certo, al momento, è che Milia era stato ricoverato presso il reparto di psichiatria dell'ospedale di San Fermo della Battaglia poiché affetto da problemi di disagio psicologico e successivamente dimesso e posto in convalescenza per diversi mesi.

Giudicato idoneo al servizio da una commissione medico ospedaliera, era rientrato in servizio da alcuni giorni e attualmente era in ferie.

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